Trovare l'anima di una finale scudetto che sembra già scritta per la triplice corona di Siena è un volo che dovrebbe avere il cielo limpido come quello che ieri ha accompagnato le azzurre all'europeo in Lettonia nella vittoria (67-58) sulla Bielorussia: a proposito, piacevole novità la voce tecnica di Alice Pedrazzi per cantare l'impresa di Masciadri e compagne. Purtroppo non è così per il basket italiano che sente invece il vento della rivolta di chi paga e minaccia la serrata per opporsi alle scelte federali sul numero di stranieri da mandare in campo in futuro. Non è così per l'Armani che ieri, nell'ultimo minuto di allenamento, prima di partire verso Siena, ha visto finire a terra David Hawkins con il ginocchio sinistro dolorante. Brutta botta e partecipazione a rischio, almeno nell'esordio di stasera sul legno duro del Pala Sclavo.
L'incidente del falco, l'uomo che avrebbe potuto creare problemi alla difesa del Montepaschi, toglie un altro sasso dalla fionda di Milano che accetta di essere Davide, spostando ancora di più il pronostico dalla parte dei detentori di un titolo onorato da Siena con una stagione quasi perfetta, supercoppa, coppa Italia, 1 sconfitta su 40 partite in questa contrada che guarda con una certa soddisfazione il ritorno di Milano, dopo il salvataggio Armani, dopo le cadute rovinose di Roma e della Virtus Bologna nei playoff.
Si parte stasera in casa del Montepaschi, diretta su Sky dalle 20, orario giusto, l'unico. Poi dalla rivincita di venerdì sempre a Siena e nelle due di Milano dove i giochi potrebbero concludersi, basket criptato fra le 20.30 e le 21. Per rivincere lo scudetto conquistato nelle ultime due stagioni Siena dovrà vincere 4 delle sette partite in programma e il primo segnale lo avremo già oggi.
Non sembra rassegnato Piero Bucchi, alla seconda finale in carriera, nella prima fu sconfitto con Treviso dalla Fortitudo, oggi caduta in A2 con l'unica soddisfazione avvelenata di essere stata la sola a battere i campioni, che crede in questa nuova Armani fiorita nelle ultime settimane («Loro sono fantastici, ma noi non siamo dei pezzenti, ci siamo meritati la finale e siamo al massimo») grazie anche al predicatore Thomas ripudiato per tanti mesi e poi rilanciato dall'infortunio dell'incostante Sow, più solida al centro con i nuovi innesti dell'italianizzato Taylor, ex Nba vero, e Marconato, ex azzurro che forse servirà ancora alla Nazionale in agosto, anche se le mancherà molto Mason Rocca, e più solida in difesa.
Non sembra spaventato Simone Pianigiani, senese delle Lupa che ha battuto ogni tipo di record nella luminosa e velocissima carriera, stimolato dal confronto con la grande metropoli per cui smaniava ai tempi di Peterson, preoccupato meno di altri dall'idea che il troppo facile fa ammalare anche grandi squadre perché quando un gruppo trova più duri gli allenamenti che le partite, come capitava alle armate di Milano, Varese, alla Virtus del Messina che sembra pronto per il Real Madrid, allora hai raggiunto il massimo. L'allenatore di Siena ammette che Milano è la novita dell'ultimo mese, ma fa bene ad urlare a tutti «noi siamo ancora i più forti». Verissimo. Milano non ha un uomo giusto per tenere McIntyre e non sa ancora come se la caverà Hall contro Stonerook.
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