C'è chi la chiama da sempre «la moto delle donne». E infatti l'Honda Hornet è un mezzo che permette di fare il centauro (o la centaura) in città senza tutti i problemi di un «bolide» pesante, perché al contrario è particolarmente agile e maneggevole. Insomma: la due ruote perfetta per chi ha fatto del rapinatore di Rolex la propria, seppur discutibile, professione. Per la fortuna degli investigatori, però, anche un modello particolarmente riconoscibile. È stata infatti la memoria storica dell'ex dirigente della sezione antirapine della squadra mobile, Marco De Nunzio e l'occhio di un poliziotto fuori servizio a mettere la parola fine all'inchiesta che ha portato in carcere sei criminali - tutti cosiddetti «trasfertisti» napoletani - che già in passato avevano colpito nel centro di Milano sfilando i preziosi orologi dai polsi dei loro proprietari. Che venivano presi di mira in zone affollate della città (come ad esempio la stazione Centrale) e notati salire a bordo delle loro vetture, seguiti e scippati con la solita tecnica «dello specchietto». Ovvero, dopo aver danneggiato il deflettore delle auto delle vittime, ferme al semaforo o in procinto di parcheggiare, un malvivente in moto urta lo specchietto retrovisore della vettura e non appena la vittima tira fuori il braccio dal finestrino per risistemarlo, il complice gli strappa con violenza l'orologio e fugge.
In particolare un poliziotto aveva notato la Honda Hornet affiancarsi a uno scooter per poi lasciare che il suo passeggero scendesse per salire su uno scooter: un movimento che lo ha insospettito spingendolo a registrare la targa della moto. È stato così che le telecamere delle Ztl e di Area C hanno potuto «immortalare» il transito del mezzo in città. Passaggi che, guarda caso, corrispondevano ai giorni delle denunce per rapina.
Stessa moto, stesse persone: non c'è voluto poi molto a quel punto a risalire ai componenti della banda originaria di Fuorigrotta e responsabile di più colpi tra novembre 2017 e marzo 2018, ma che colpisce a Milano sin dal 2008. Giuseppe Prinno, 52 anni, l'omonimo cugino 43enne, Roberto Santopaolo, 35 anni, Alessandro Cannava, 48 anni (il basista, ex titolare di una pizzeria in corso Vercelli) Ernesto Speziale, 41 anni (che portava le moto da Napoli) e il 37enne Antonio Mazzocchi. La polizia ieri mattina l'ha definita una «paranza», un gruppo ben organizzato, che puntava a un risultato pressoché scontato (con colpi che fruttavano anche 100mila euro l'uno) e in cui ciascuno aveva un ruolo fisso. All'alba le ordinanze hanno raggiunto quattro della banda mentre stavano già scontando misure cautelari, qualcuno in carcere, altri ai domiciliari.
Uno di loro era casa, ingessato, a Giugliano (Napoli): giorni fa era evaso dai domiciliari e aveva avuto un incidente sulla riviera romagnola a bordo della «solita» Hornet, utilizzata per rubare i Rolex a turisti in ferie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.