Chiara Campo
La stangata scatterà dal primo gennaio del 2019. Aumento del biglietto Atm a 2 euro e rincari in vista anche per gli abbonamenti. Se ne discute da giorni e ieri il sindaco ha formalizzato il piano nelle linee guida per il Bilancio di previsione 2018-2021 che approderà in giunta il 19 gennaio e subito dopo in consiglio visto che i Comuni (a meno di proroghe) devono approvare i conti entro il 28 febbraio. Beppe Sala sostiene che un aumento di 50 centesimi sul biglietto singolo «non è così consistente» e precisa che «il prezzo è fermo dal 2011. Rispetto alla qualità del servizio e a quanto si paga in altre città europee, il prezzo di Milano anche a 2 euro è ancora basso». Insomma. La rete della metropolitana milanese oggi copre 101 chilometri, a Parigi è lunga oltre il doppio (220 km) e il ticket singolo costa 1,7 euro mentre a Madrid si paga 1,5 euro come a Milano, il metrò copre 293 chilometri e collega direttamente anche il centro con l'aeroporto internazionale di Barajas. Qui si potrà raggiungere Linate da piazza San Babila con la M4, se tutto va bene, a partire dal 2022. Milanesi e pendolari rischiano di pagare con larghissimo anticipo i benefici della futura linea blu.
Per indorare la pillola amara Sala parte da «tre fattori di rischio» sui Bilanci degli anni a venire. Sul costo del personale, elenca, «andiamo a coprire un turn over che per legge può arrivare al massimo al 75% e noi attingiamo a tutta questa possibilità» anche se costa circa 20 milioni. Secondo: la legge impone ai comuni di «aumentare la copertura dei fondi di dubbia esigibilità», cento milioni per il triennio è la stima per Milano. Terzo, «in funzione delle modalità in cui le metropolitane sono finanziate, già per gestire la M5 paghiamo 90 milioni in più all'anno e la M4 costerà circa 100 milioni all'anno». La giunta cercherà «di limitare il più possibile le spese di funzionamento della macchina comunale» e «stiamo trattando col governo per dismettere immobili e usare i proventi a riduzione degli oneri» ma «al netto di tutto ciò, rimane il problema dei trasporti». Il trasporto pubblico locale costa 826 milioni e con le tariffe dei biglietti e degli abbonamenti oggi se ne coprono solo 390. Quindi, dopo nove anni di tariffa ferma a un euro, dal 2002 al 2011, e il primo rincaro a 1,5 euro votato da Giuliano Pisapia dopo il primo anno da sindaco ora Sala annuncia lo scatto a 2 euro che porterà in cassa circa 60-70 milioni di euro in più all'anno. «Forse qualcosa meno il primo anno» visto che gli habituè si affretteranno a rinnovare gli abbonamenti a dicembre, prima che scatti anche la stangata sulle tessere. I prezzi? All'assessore ai Trasporti Marco Granelli il compito di portare in giunta il 19 le varie simulazioni, e calcolare anche i costi/benefici di ogni balzello, perchè il rischio è di spostare i pendolari sul mezzo privato, altro che politiche anti smog. «Non credo che succederà - sostiene Sala - e ho chiesto di verificare che attenuazioni ci possono essere rispetto alle categorie più deboli e gli anziani». Granelli aggiunge che saranno garantiti sconti a «giovani, studenti, ceto medio-basso». Sala prova a scaricare sulla Regione. «Milano ha continuato a investire e aumentare i km di infrastrutture ma i fondi sono rimasti stabili o in riduzione, la Regione non è riuscita a farsi riconoscere dal governo lo sforzo fatto, i parametri di distribuzione sono fermi a 10 anni fa».
E «le ripartizioni per Milano - aggiunge l'assessore - saranno le stesse di 5 anni fa», cioè 280 milioni all'anno. «Se non ci arriveranno aiuti da governo o Regione aumenteremo». Più della Regione sono i sindaci di sinistra, prima Pisapia poi Sala, ad avere problemi di dialogo coi governi Pd.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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