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25 aprile, fischi anche per Pisapia

Una giornata di festa, ma non troppo, quella della Liberazione per il sindaco. Che si concede un bagno di folla, ripercorrendo il corteo a ritroso una volta arrivato in piazza Duomo, forse anche per scacciare il pensiero delle contestazioni in piazza San Babila. Giuliano Pisapia si infila nel corteo, partito da una decina di minuti, a metà circa di corso Venezia. Arrivato nella piazza di Caccia Dominioni, viene fischiato dal comitato No Canal: «Novanta milioni per rovinare i nostri parchi...Pisapia venduto, sei uguale agli altri». Il sindaco si avvicina al contestatore «Ma voi lo sapete di chi sono i soldi?» chiede. «Expo è una società partecipata e comunque non cambia, il progetto non va bene, bisognerebbe fermarlo» la replica. «Vergogna! Questa sarebbe la democrazia partecipata?!» urlano ancora. Ma a quel punto interviene il vicesindaco Lucia de Cesaris: «Siete voi che dovete vergognarvi, voi non sapete cos'è la democrazia».
Il sindaco minimizza: «I contestatori? Erano solo due persone, noi qui siamo oltre centomila. Io sento la voce delle centomila persone in corteo e dei 3,2 milioni che saranno gli abitanti della città metropolitana, che sono sicuramente favorevoli». Non la pensa così il presidente della Provincia Guido Podestà: «La via d'acqua si è trasformata in un tubo. L'elemento significativo del progetto non ci sarà. La questione però non è stata ben gestita dal Comune e altrettanto si può dire per M4 che era un'opera indispensabile per Milano. Certo ci sono i No canal, No Tem, No Tav, no tutto, c'è sempre qualcuno che è contro e così non si va mai avanti».
Alcuni momenti di tensione si sono registrati, sempre in piazza Sana Babila, quando i gonfaloni della Brigata ebraica hanno incrociato il banchetto del Fronte palestinese. La situazione è stata tenuta sotto controllo dalle forze dell'ordine e si è risolta con qualche insulto e alcuni spintoni tra le due fazioni. «Fuori i sionisti dal corteo» e «assassini fascisti», le frasi scandite all'indirizzo della Brigata ebraica che ha risposto rivendicando la libertà di espressione. Non solo, c'è anche chi, dietro le bandiere No tav, ha avuto il coraggio di gridare «A morte i due marò» davanti la presidio dei militari anti terrorismo.
In mattinata invece, alla periferia sud lo striscione affisso all'esterno della sede di Forza Nuova di via Palmieri, ospitata in uno spazio dell'Aler di fronte a quella di Rifondazione Comunista «Meglio perdere che tradire», ha acceso gli animi al passaggio del corteo antifascista nel quartiere. La situazione è rimasta sotto controllo e non si sono verificati incidenti. «Il problema è che c'è una minoranza - commenta il sindaco - che contesta la democrazia. È inaccettabile, non è possibile. Le foto della manifestazione dice che i milanesi sono antifascisti e guardano alla democrazia ancora più compiuta. Ci sono, infatti, ancora troppi punti della Costituzione che non sono ancora realtà».

In un post, pubblicato giovedì, Forza nuova attaccava Pisapia per le polemiche sulla manifestazione del 29 aprile in ricordo di Sergio Ramelli. Il sindaco non si scompone: «Il corteo del 29 aprile? Non mi preoccupa, in ogni caso sarà isolato dalla città».

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