(...) che ha subito scarcerato lo sventurato. Ecco la catastrofica sequenza degli eventi.
A mezzanotte B. e i suoi cari brindano. Un dito appena di spumante, perché B. è astemio. Ma quel poco basta perché B. inizi a stare poco bene e, come a volte accade, a litigare con la moglie. Una parola tira laltra. B., che è un uomo pacifico, sbatte la porta e se ne va a fare due passi per sbollire arrabbiatura e malditesta. Vaga un po lungo viale Fulvio Testi, poi torna verso casa anche perché fa freddo e nevica. E passa accanto alla Citroen Xara scura. «Vede, signor giudice, ho pensato che fosse lauto di mia moglie. Allora un po per rabbia, un po per farle dispetto, le ho tirato un pugno nel finestrino e glielho rotto. Un male bestiale alla mano». A quel punto, di tornare a casa con la mano sanguinante B. se la sente ancora meno. Sale sullauto, si sdraia sui sedili posteriori e inizia a ronfare.
Peccato che quella non sia affatto lauto di sua moglie ma quella identica di un altro signore che abita lì vicino. Che purtroppo è uscito per il cenone, proprio in quel momento sta tornando a casa con la moglie e vede la sua auto col vetro rotto e un omone grande e grosso a bordo. «È un ladro», urla. B. si dà alla fuga inseguito dalluomo, mentre la moglie di questi chiama il 113. B. terrorizzato cerca di infrattarsi in qualche androne, ma la Volante lo scova e lo cattura. Lo identificano e scoprono che B. è nientemeno che un pregiudicato per rapina. In realtà si tratta di una denuncia fatta da un balordo venticinque anni fa quando lui era un ragazzino, una cosa nata e finita nel niente, ma il cervellone elettronico non lo sa. B. finisce in cella dove la mattina dopo rientra in sé: «Le giuro, signor giudice, che non sapevo come fossi arrivato lì».
Intanto a casa la moglie si dispera non vedendolo tornare, pensa a una tragedia, fa tornare i figli dalla montagna.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.