Metropolitana semivuota anche nell'ora di punta. É un segnale dell'inversione di tendenza. E anche il monitoraggio avviato dalla Regione sul cambio di celle telefoniche alle quali si agganciano gli smartphone confermano che le persone in Lombardia si muovono finalmente di meno (e ancora di meno lo potranno fare dopo le nuove restrizioni e multe imposte ieri dal decreto del governo). Lunedì, primo giorno di ulteriore stretta regionale, si è registrato un 37% di spostamenti, sei punti in meno rispetto alla settimana prima. «I dati dei movimenti ci stanno dando segnali confortanti, segno che i cittadini hanno capito che non devono uscire da casa se non per reali e indifferibili necessità» afferma il vicepresidente della Lombardia Fabrizio Sala. Domenica si era toccata la punta minima del 26%, «segno che sono state ridotte al minimo anche le passeggiate e le uscite dopo che con l'ordinanza del giorno prima abbiamo vietare di praticare attività all'aria aperta anche singolarmente. I risultati arrivano, dobbiamo fare ulteriori sacrifici per non disperdere questi grandi sforzi che tutti stiamo compiendo». E quattro lombardi su dieci non sono ancora abbastanza per il governatore Attilio Fontana: «Oggi venendo da Varese - ha detto ieri - ho trovato ancora troppa gente in autostrada. A questo punto mi appello alle forze dell'ordine, quello ai cittadini lo abbiamo già fatto tante volte, ora la polizia faccia più controlli». Una strada «fondamentale» anche per l'assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato che mette in luce un altro dato che emerge sempre dalla giornata di lunedì. Come ha riferito la prefettura, sono state controllate 8.221 persone che si trovavano in giro e 540 sono state denunciate. «Il 5% dei fermati non aveva motivo di circolare - puntualizza De Corato -. Chi esce deve avere la certezza che verrà fermato, ma oggi andando per le strade non è così. I Comuni devono impiegare tutte le forze di polizia locale e la richiesta di utilizzare i militari è stata solo in parte accolta. Le 114 unità previste sono insufficienti».
E oggi scatta l'ulteriore stretta con multe salate per chi aggira i divieti e la chiusura delle attività produttive non indispensabili, anche se l'elenco delle deroghe è lungo. E la prefettura riceve a ritmo continuo le comunicazioni delle aziende della provincia di Milano che non rientrano nella lista ma dichiarano di produrre materiale essenziale per la filiera - già 1.800 a ieri sera - che «saranno tutte esaminate e vagliate - sottolinea Palazzo Diotti -. Quelle che potranno rimanere in attività saranno oggetto anche di controlli successivi da parte della Guardia di Finanza che verificherà attraverso le fatturazioni se l'attività svolta corrisponde a quella dichiarata». E saranno «verificate tutte le segnalazioni puntuali, riferite a ditte e lavorazioni che arriveranno da organismi sindacali anche sul rispetto del protocollo sottoscritto dalle parti sociali il 14 marzo».
Le ditte devono garantire misure di sicurezza anti contagio e dispositivi sanitari. Saranno intensificati infine i controlli della polizia stradale sul divieto di spostamento tra Comuni diversi sia sulle strade extraurbane che sulle autostrade.
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