Antonio Ruzzo
L'ultima volta fu il lontano 6 maggio del 1956. Erano sessant'anni che non si celebrava il «Vespa day», lo storico raduno degli amanti della due ruote della Piaggio che ha accompagnato la storia del nostro Paese e che coinvolgerà tutti i vespisti italiani. Un popolo. Un popolo a due tempi che è la «miscela» perfetta per raccontare come eravamo, come siamo e come saremo. Perchè se la Vespa è stata uno dei primi miti di un Paese che ripartiva, va detto che il suo fascino è rimasto magicamente intatto nel tempo. Quello scooter, disegnato da un ingegnere aeronautico che detestava le moto perchè non concepiva che per salirci sopra bisognasse scavalcarle, ha saputo diventare un simbolo e un mezzo che ha affascinato e fatto sognare generazioni appassionati e non solo. Fu Enrico Piaggio a chiamarla Vespa, per via del rumore del suo motore che gli ricordava un insetto e forse fu anche quello il segreto di un successo che dai primi esemplari non si è mai più spento e si è tramandato negli anni, dal «Primavera» all'«Et3» al «Px», tanto per citare alcuni modelli. Così muoversi in Vespa è diventato un segno distintivo, e come capita spesso per gli amanti delle due ruote, il segno di appartenenza a una tribù precisa che ha i suoi riti, le sue feste, i suoi momenti di incontro. E quello del 15 maggio è il raduno dei raduni. Un appuntamento da non perdere per appassionati, collezionisti, e innamorati del marchio che si terrà in contemporanea in 16 regioni italiane. Alla stessa ora i piedi scenderanno sulle pedivelle, si accenderanno i motori e cominceranno sfilate e festeggiamenti. A Milano il corteo, organizzato dal Vespa Club d'Italia con la collaborazione del Vespa Club della Lombardia, della Città Metropolitana di Milano e del Comune di Segrate, partirà da Piazza Belfanti e, dopo una parata di una ventina di chilometri, arriverà all'Idroscalo. Sono attesi oltre 1200 «vespisti» che daranno vita alle Vespiadi ed esporranno i loro gioielli lungo il bacino del lago in una lunga giornata conviviale con cibo e musica per tutti. Non solo. Ci sarà spazio anche per la beneficenza con parte dell'incasso della manifestazione che sarà devoluto alla Fondazione Sacra Famiglia Onlus raccogliendo lo spirito d solidarietà del Vespa day che in ogni città dove viene organizzato sposa una buona causa da sostenere.
«L'evento coinvolgerà quasi tutta la Penisola in contemporanea- spiega la nota degli organizzatori- e la speranza è quella di avere le piazze sparse per tutto il territorio nazionale affollate da centinaia di vespisti uniti dalla stessa passione, all'insegna dello spirito di aggregazione e dell'amicizia». Da Borghetto di Valeggio sul Mincio (Veneto) a Campobasso (Molise e Abruzzo), da Fiume Veneto (Friuli Venezia Giulia) a Imola (Emilia Romagna), Merano (Trentino Alto Adige), Nuoro (Sardegna), Oria (Puglia e Basilicata), Palermo (Sicilia), Poggibonsi (Toscana), Reggio Calabria (Calabria), Roma (Lazio), San Salvatore Telesino (Campania), Torino (Piemonte e Valle d'Aosta), Umbertide (Umbria) e Varese Ligure (Liguria). Una Giornata della Vespa che vuole essere l'incontro e la festa per migliaia di vespisti, iscritti al Vespa Club d'Italia, la cui storia in un certo senso cominciò proprio a Milano. La prima, grandissima dimostrazione di quello che, di lì a poco, sarebbe diventato si era avuta infatti il 9 maggio del 1948 quando migliaia di persone, uomini e donne, si erano ritrovati nel primo ufficioso raduno che Renato Tassinari, giornalista, uomo di fiducia di Enrico Piaggio e dirigente della S.a.r.p.i., la società creata dalla Piaggio per costruire la rete di vendita del neonato scooter, aveva organizzato alla Fiera Campionaria di Milano. Tassinari chiamò quel raduno in Fiera «Sciame d'argento» e fu subito un successo che fece capire fece che mettere insieme migliaia di persone sotto un'unica bandiera, quella di Vespa, non sarebbe stato impossibile. Così si cominciò a lavorare sul concetto di «Vespa Club» che man mano inglobò i «Gruppi Vespisti» che spontaneamente nascevano un po' ovunque in Italia. E fu l'inizio di un'epoca.
Il 6 maggio del 1951, in dodici città italiane (Roma, Milano, Torino, Vicenza, Genova, Trieste, Palermo, Riccione, Firenze, Bari, Loreto e Napoli) si ritrovarono con puntualità cronometrica nelle piazze di riferimento ventimila vespisti, che sfilarono lungo le vie delle diverse località in colonne ordinatissime, costituite da un numero variabile tra i mille e i duemila elementi. Un rito che domenica si ripeterà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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