«Abbiamo fatto un miracolo: centristi avanti con Lega e Fi»

Il coordinatore Ncd vuole esportare il modello Milano: «Ricostruiamo da qui l'alternativa a sinistra e 5 Stelle»

Chiara Campo

Alessandro Colucci, coordinatore milanese del Nuovo Centrodestra. Dopo il voto è già scattata la resa dei conti: il «modello Milano» è destinato a naufragare?

«Mettere in discussione Stefano Parisi e attaccare la composizione della coalizione è sbagliato sia dal punto di vista dell'analisi del voto sia dell'attuale contesto politico. A Milano in due mesi abbiamo quasi compiuto un miracolo, per poco non siamo riusciti in una grande impresa. Ricostruiamo da qui una nuova alternativa alla sinistra e al M5S, una proposta chiara e credibile che si basi sui contenuti e non dall'essere anti qualcosa o qualcuno. I 250mila voti raccolti ci dimostrano che funziona, specie se questa coalizione trova il suo baricentro nel voto moderato valorizzando le differenze ed evitando di cadere negli estremismi».

Già, ma da Forza Italia alla Lega il disco è sempre lo stesso: se Lupi e Ncd non possono sostenere Parisi a Milano e poi tornare a governare con Renzi. É arrivato il momento di togliere questa ambiguità. Cosa risponde?

«Lupi ha dichiarato che non si escludono appoggi esterni al governo, la dialettica a livello nazionale e cambiata e sta evolvendo».

Parisi può diventare leader di questo nuovo modello?

«Parisi è riuscito a mettere tutti insieme anche con l'impegno e il sacrificio di alcuni esponenti nazionali che, come Maurizio Lupi, hanno deciso di fare un passo indietro nell'interesse di costruire una nuova coalizione. A Milano abbiamo dato un grande segnale. Ora con Parisi, Lupi e tanti altri amici lavoreremo perchè diventi un modello per il Paese».

E lunedì sera Parisi riunirà i supporter al teatro San Carlo per discutere del futuro di questo progetto, lo slogan è proprio «la corsa continua». Come si procede?

«É importante che Parisi e gli eletti si concentrino sulle proposte da fare in Comune e nei Municipi dove governiamo e dove giochiamo quindi un ruolo di responsabilità. Sono gli ambienti dove proporremo la Milano che abbiamo in mente, da qui si capità l'idea di buongoverno che abbiamo in testa. E da qui si può lavorare per portarla a livello nazionale».

Senza attriti con la Lega?

«La Lega ha svolto un ruolo giusto in campagna, ha toccato quei temi su cui fa bene a dedicarsi e ha intercettato un elettorato che si ritrova in quella risposta. La coalizione è fatta di una ricchezza di proposte, quindi sono importantissime Forza Italia, la Lega e Milano Popolare nata solo da un paio di mesi è già terzo partito».

Qualche esponente di Fi ritiene che sia stato un errore schierare come capilista i leader nazionali, non è arrivato quel messaggio di cambiamento che si doveva lanciare con la candidatura di Parisi. É così?

«Nel momnto in cui molti nascondono i partiti, con i leader capolista abbiamo voluto mettere in evidenza che invece hanno un ruolo e lo riaffermiamo con orgoglio. Parisi invece è stato il volto nuovo he veniva da un'esperienza manageriale, ha dato un tocco di novità, ha completato l'offerta politica».

Vi aspettavate di più per «Milano Popolare»?

«Una lista costruita in pochi mesi ha raccolto

20mila voti. Abbiamo eletto il presidente del Municipio 5 e eletto nelle zone 12 consiglieri, uno a Palazzo Marino. In almeno 4 zone su 5 siamo stati determinanti per la vittoria, incassando oltre il 4% delle preferenze».

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