Bruno Rota, vulcanico presidente e dg di Atm, presenta il bilancio e parla dell'effetto Expo che ha già fruttato 7,8 milioni di euro di biglietti. Del presente e del futuro dell'azienda.
Presidente Rota, siete riusciti a chiudere con un miglioramento anche quest'anno.
«Sì, ma il punto non è tanto questo, ma l'essere riusciti a tenere il naso sopra l'acqua nonostante la contrazione costante del contratto di servizio con il Comune. Questo grazie a un robusto contenimento dei costi che sarà sempre più difficile, ma che possiamo continuare perché su alcuni capitoli di bilancio parlano i numeri».
E le gare.
« Un ottimo sistema, anche se complicato e macchinoso, per fare grandi risultati. Come i treni nuovi della linea rossa: moderni, all'avanguardia».
Un investimento per Expo.
«Il potenziamento per Expo per noi era importante e nel 2012 quando abbiamo fatto la gara da 220 milioni per i treni hanno detto che non ce l'avremmo fatta. Critiche da destra e da sinistra, ma alla fine la gara si è conclusa senza ritardi. Dovevano esserci 14 treni e 14 treni ci sono stati per potenziare il servizio richiesto che ha raggiunto per la prima volta nella storia il 99 per cento di regolarità».
Ma avete avuto il numero di passeggeri previsti?
«In teoria dovrebbe esserci un aumento di 17 milioni di euro in termini di ricavi, ma per farli dovrebbero arrivare tutti i visitatori previsti, oppure se i viaggiatori a Expo fossero inferiori alle attese, una crescita dei passeggeri sul resto della rete capace di controbilanciare. Per ora con il nostro milione e 570mila fino al 30 giugno siamo soddisfatti perché la percentuale stabilita per Atm doveva essere del 22,6 per cento e siamo molto sopra le attese visto che il commissario Sala ha detto che ci sono stati 6 milioni di visitatori. Come si arrivi poi da 1,6 milioni a 6 milioni è difficile capirlo. Anche perché la metro è il mezzo di trasporto principale, ma non me ne voglio occupare, non è il nostro lavoro».
Si è parlato di un rincaro del biglietto. L'anno prossimo?
«La politica tariffaria la fa il Comune di Milano a cui vanno gli introiti dei biglietti. Comunque bisogna considerare che il prezzo pattuito per km ha una crescita di molto inferiore al tasso di inflazione. A Copenhagen, dove abbiamo la gestione anche se non se parla spesso, è diverso e c'è un rapporto migliore. Lì il titolo di viaggio equivalente all'incirca a quello urbano costa anche 3,80 euro, ma se si prende il carnet da dieci biglietti si scende a 1,85 euro. Certo c'è anche un altro costo della vita e un caffè bevuto al bancone costa 2,2 euro.
Però il Comune di Milano dovrà comunque far fronte in qualche modo ai soldi in meno che ci saranno, perché qui il contratto è fatto così e ogni anno costa sempre meno a Palazzo marino. Per fortuna però questo è un problema dell'assessore al Bilancio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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