Tullio Trapasso, fondatore del comitato «Giù le mani dalla caserma Montello». Intanto dove ha trascorso gli ultimi giorni?
«Da 20 giorni e 20 notti siamo in presidio in piazza Firenze per dire no al piano del Comune sulla Montello. Abbiamo già raccolto 4.300 firme di residenti, andremo ancora avanti e poi le porteremo al prefetto».
La scelta ormai è presa: dal primo novembre arriveranno 300 migranti per 14 mesi. Pensate di convincerli a bloccare tutto?
«Abbiamo letto sui giornali che sindaco e prefetto hanno già fissato numeri e date, in una seduta rapida e veloce dal sapore carbonaro. É possibile non coinvolgere e non considerare minimamente gli oltre 4mila firmatari della petizione che chiede di rispettare il Protocollo che prevede il trasferimento alla Montello dei poliziotti oggi in servizio dalla caserma di piazza Sant'Ambrogio, che diventerà campus della Cattolica? Sfuggire al confronto non è un modo degno di rappresentare tutti i milanesi. Sala non ci ha mai incontrati, ha deciso in maniera unilaterale. É questa la partecipazione?».
Il sindaco ha garantito che il protocollo sarà applicato da gennaio 2018 la Montello diventerà una cittadella delle forze dell'ordine. Non si fida?
«Come era scritto chiaro su quel protocollo firmato da Comune e Ministero della Difesa, il piano della cittadella nasceva dalla considerazione che la zona è sprovvista di un presidio di sicurezza efficace e operativo. La caserma dei carabinieri di via Tolentino è sotto sfratto e dal primo novembre ci troveremo anche senza l'esercito in servizio alla Montello, il quartiere è preoccupato per il calo di sicurezza».
Quali sono le vostre prossime mosse?
«Sabato 17 settembre un flash mob, abbracciamo la Montello e continuiamo a raccogliere firme. Nonostante le intimidazioni».
Cosa è successo?
«Già avevamo ricevuto minacce di morte sui social network, due giorni fa hanno defecato sul nostro banchetto e hanno tagliato striscione e gabebo in nostra assenza. Oggi (ieri, ndr.) sono venute delle persone in moto e lo hanno portato via. Abbiamo fatto denuncia».
Quali alternative ci sono alla Montello?
«Altre caserme o sedi pubbliche vuote in zone meno abitate, penso alla caserma di via Corelli o alla Mameli, all'ex Asl di via Inganni».
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