Lo sfondo è quello della solidarietà, il primo piano è riservato invece a una promozione. È la nuova sfida di Italo con l'organizzazione umanitaria «Humana people to people» per l'utilizzo delle ecobox, i contenitori per la raccolta di indumenti, nelle sede centrale di Italo e negli staff corner di Napoli, Roma e Milano, con l'obiettivo di sensibilizzare tutti sui temi del recupero dell'abbigliamento usato e l'economia circolare. Per ogni chilo raccolto Italo ha previsto inoltre un contributo economico per sostenere ulteriormente tutte le attività di «Humana».
Più del 70% dei vestiti donati sarà destinato al riutilizzo (i capi saranno indossati in Italia e nel Sud del mondo) grazie alla vendita degli indumenti all'ingrosso e al dettaglio nei negozi solidali di «Humana» in Italia e in Europa. Una parte degli abiti sarà donata alle consorelle in Africa che li regaleranno alle popolazioni locali solo in casi d'emergenza, altrimenti li venderanno. Il ricavato servirà a realizzare progetti di sviluppo. Il 25% degli abiti raccolti sarà riciclato per recuperare le fibre, in quanto troppo usurati, e solo una minima parte (meno del 5%) sarà destinata al recupero energetico.
Un progetto con un grande impatto ambientale, grazie alla riduzione delle emissioni di CO2, al non utilizzo di pesticidi e fertilizzanti e alla riduzione di spreco di miliardi di litri di acqua che sarebbero serviti per generare nuovi capi. Un semplice gesto di solidarietà.
Con la raccolta stimata di 600 chili di vestiti usati si avrà una riduzione di 2250 chili di emissioni CO2, 3,6 miliardi di litri di acqua risparmiata e 144 alberi piantumati.Il progetto si giustifica con la profonda convinzione di Italo che l'economia circolare orientata alla rigenerazione delle risorse oggi non possa essere solo una scelta, ma il futuro sostenibile.
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