Cronaca locale

Abusivi cacciati anche da Brera «Ma entro domani rioccupiamo»

Abusivi cacciati anche da Brera «Ma entro domani rioccupiamo»

È durata poco più di 48 ore l’occupazione di Palazzo Citterio. Niente a che vedere con l’abbondante settimana di permanenza nella Torre Galfa, seguita da 4 giorni di presidio in via Galvani. Questa volta le forze dell’ordine non se lo sono fatte ripetere due volte e hanno tempestivamente sgomberato il settecentesco palazzo di via Brera 12. Ma i compagni erano pronti e si sono fatti trovare fuori dall’edifico per evitare denunce. Così sono più pronti che mai a passare di nuovo all’azione. Giovedì infatti pare che si stia preparando, questa volta nel segreto più assoluto, una nuova occupazione. Ebbene sì, non sono ancora stanchi i lavoratori dell’arte di prendere spazi, privati o pubblici poco importa, e farsi sgomberare. Giocare a guardie e ladri sembra che a Milano sia diventata una professione, artistica sia ben chiaro. Tant’è che Macao si è preso due giorni di «silenzio stampa» per dedicarsi a un momento di riflessione: mappa della città e bussola alla mano, si prepara la terza road map.
La cronaca della giornata la fanno gli stessi «macachi»: «Oggi, 22 maggio, alle 06.40 le forze dell’ordine in assetto antisommossa hanno sgomberato Palazzo Citterio. Sono entrate nel palazzo passando attraverso l’orto botanico dell’Accademia di Brera e contemporaneamente hanno chiuso via Brera e i vicoli adiacenti. Macao aspettava a porte aperte con più di sessanta persone. All’arrivo di Polizia e Carabinieri è seguito quello dell’Esercito». Il motivo? Aver dato fastidio ai poteri consolidati, aver creato un corto circuito nelle dinamiche cittadine, nella interpretazione dei lavoratori dell’arte. Niente a che vedere con la doppia denuncia del ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi e del Sovrintendente per i beni architettonici Alberto Artioli. «Per la seconda volta in una settimana - scrivono - in due luoghi che hanno svelato forti criticità attorno alla gestione delle politiche economiche e culturali della città e del Paese, le questioni aperte da cittadine e cittadini sono state ridotte a questioni di ordine pubblico».
Il blitz, durato un paio d’ore, si è svolto in un clima assolutamente tranquillo, anche perché gli abusivi erano preparati e svegli, a differenza di martedì scorso quando i ragazzi sono stati sorpresi nel sonno. Dopo aver liberato Palazzo Citterio dalle proprie cose gli occupanti si sono radunati in via Brera, ma chi vuole raggiungerli «viene bloccato dalla polizia». Soddisfatta e sollevata la soprintendente per i Beni culturali e paesaggistici della Lombardia, Caterina Bon Valsassina, per lo stato in cui ha trovato il palazzo, che dovrà ospitare l’ampliamento della pinacoteca, come previsto dal progetto della Grande Brera: «Non ci sono stati danni, il palazzo è stato tenuto abbastanza bene». Bon Valsassina lamenta che l’occupazione degli attivisti di Macao abbia ritardato i lavori di manutenzione dei tetti «tant’è che stavamo per partire oggi, se non avessero occupato». Così la soprintendente e direttrice della Pinacoteca Sandrina Bandera: «C’è stato molto rispetto per l’edificio».

L’occupazione di Palazzo Citterio, per la soprintendente, che ha scambiato anche qualche rapida battuta con alcuni dei ragazzi è stata «una manifestazione forte da parte di un mondo nuovo che bisogna tener presente e conoscere e con cui dialogare».

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