Grande attesa, a Milano, per le novità istituzionali in arrivo da Roma, dove il governo «gialloverde» sta per partire e sarà messo alla prova anche sul fronte della sicurezza, tema prioritario a Milano.
Intanto, ieri, al tavolo convocato in prefettura c'era anche Attilio Fontana. Non accadeva da tempo che la Regione partecipasse al comitato per l'ordine e la sicurezza, l'organo ausiliario del prefetto che finora si riuniva invitando questore, sindaco e comandanti delle forze dell'ordine. «La Regione in passato veniva invitata, come gesto di cortesia istituzionale - spiegava sul Giornale l'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato - E non è solo questione di forme, è questione di utilità». Adesso la Regione c'è, in perfetta coerenza con l'impronta istituzionale che le ha dato Fontana, che al di là delle distinzioni politiche è pronto a collaborare apertamente con il Comune e gli altri attori su tutte le questioni all'ordine del giorno, dai trasporti alla casa alla sicurezza, appunto. «È positivo il fatto che il prefetto abbia invitato la Regione - ha commentato ieri De Corato - siamo pronti a fare il nostro dovere seguendo il modello dei patti locali per la sicurezza, da far valere anche a Milano».
L'allarme microcriminalità e degrado negli ultimi anni è cresciuto, soprattutto nelle periferie. E un altro aspetto di questo allarme sicurezza riguarda i treni e le stazioni ferroviarie. Su entrambi i fronti dovrà dare risposte forti e tempestive il nuovo governo. Nel «contratto» di governo firmato da Lega e Movimento 5 Stelle la sicurezza occupa un posto importante, con impegni ambiziosi. A proposito di polizia locale, per esempio, i contraenti si impegnano a ridefinire compiti e dotazioni, prevedendo tavoli regionali per il coordinamento della sicurezza urbana. Sulle occupazioni abusive delle case, altra emergenza milanese, si prevedono sgomberi più veloci nonché rimpatri degli «occupanti abusivi stranieri». Tema caro al leghista Matteo Salvini, il contratto promette la «chiusura di tutti i campi nomadi irregolari». Quindi il capitolo lungo e decisivo (per la Lega) sull'immigrazione, che nel titolo richiama due impegni prioritari (Rimpatri e stop al business), e parla di 500mila irregolari presenti in Italia e di 18 mesi come tempo massimo per gli allontanamenti. Infine il tema islam, collocato in questo capitolo - scelta questa che da sola ha causato la delusione di tanti musulmani già sostenitori del Movimento 5 Stelle (qualcuno è arrivato a «disiscriversi» rimproverando ai grillini il «dietrofront»). Dal contratto sono spariti, è vero, i referendum locali sull'apertura delle moschee, ma si prevede da un lato la «chiusura immediata di tutte le associazioni islamiche radicali» e delle moschee «irregolari», dall'altro una legge che assomiglia tanto a quella lombarda, che i 5 Stelle hanno ferocemente criticato.
Adesso tutto cambia e anche il quadro delle responsabilità politiche sarà più articolato, con Milano in mano al Pd, la Regione al centrodestra e il governo nazionale a Lega e 5 Stelle. E se al Viminale andrà il leader leghista, ora sarà (anche) lui a dover rispondere dei risultati delle politiche su immigrazione, abusivi e moschee.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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