Una trama non certo originale. È quella che sta dietro l'accoltellamento del pusher marocchino 22enne «salvato» dalla polizia lunedì mattina dopo che era stato ferito gravemente alla gola in via Sant'Arialdo, all'ingresso del boschetto della droga di Rogoredo. Una vicenda che - considerato il luogo e i protagonisti - almeno nelle sue linee generali avrebbe potuto essere scritta con largo anticipo rispetto all'arresto del responsabile che comunque è avvenuto appena qualche ora dopo l'assalto. L'autore del tentato omicidio, catturato dalla squadra mobile in zona Corvetto lunedì pomeriggio e quindi poche ore dopo il fatto, è infatti un ragazzo italiano di 24 anni con precedenti per spaccio (e su questo particolare i dubbi erano davvero minimi) e per furto. Secondo quanto ricostruito ieri mattina in questura anche dalla squadra investigativa del commissariato «Mecenate» che ha affiancato la Mobile nell'indagine, poco prima di mezzogiorno, il nordafricano è giunto sul posto per rifornirsi di qualche dose di cocaina ma anche di eroina. L'arrivo quasi in contemporanea ma poco dopo dell'italiano intenzionato a fare lo stesse genere di «acquisti» lo ha spazientito e tra i due è nata una lite. L'italiano all'improvviso ha perso le staffe per qualche ragione che sull'intera vicenda non ha alcun peso. Quel che importa è che la rabbia lo ha spinto a estrarre all'improvviso e senza troppi complimenti un coltello la cui lama è finita dritta dritta nel collo squarciando la trachea del marocchino. Quindi l'aggressore è scappato immediatamente dopo, infischiandosene di abbandonare lì il nordafricano in preda a un'emorragia che non ha ucciso lo ha ucciso solo per un vero miracolo o giù di lì.
Era stata proprio una pattuglia del commissariato, martedì in tarda mattinata, a soccorrere il marocchino, trovato accasciato con il collo gravemente ferito e pieno di sangue. L'intervento chirurgico a cui è stato sottoposto al Policlinico gli ha letteralmente salvato la vita e dopo l'operazione ha riconosciuto il suo aggressore.
Per risolvere il problema del boschetto di Rogoredo le forze dell'ordine si sono date da fare molto e continuano a farlo.
Tuttavia questo buco nero all'interno della città è una realtà che sussiste e prolifera praticamente all'interno dell'agglomerato urbano, accanto a palazzi ed esistenze totalmente «legali» e quindi del tutto aliene da quel contesto. Un luogo dove, sempre più, si cerca di trovare una soluzione condivisa ma definitiva e dove in questi mesi ci sono stati diversi sopralluoghi anche delle istituzioni.
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