Pace fatta tra Forza Italia e il governatore Roberto Maroni dopo che le ultime voci parlavano della decisione di un gruppo di consiglieri azzurri pronti a disertare l'aula già nella seduta di martedì prossimo. A seminar zizzania è ancora la questione aperta del rimpasto di giunta, su cui Maroni aveva fatto capire di voler temporeggiare, mentre gli azzurri e per la verità anche i consiglieri della Lega Nord e della Lista Maroni hanno invece molta più fretta.
Ieri a Brescia l'incontro decisivo a margine dell'evento «Panorama d'Italia» a cui ha partecipato Maroni prima di incontrare la coordinatrice regionale di Fi Mariastella Gelmini e il presidente dei consiglieri in Regione Claudio Pedrazzini che parla di un Patto di san Martino, dalla via dove i tre si sono incontrati. Sul tavolo il dossier rimpasto dopo l'insurrezione dei consiglieri berlusconiani di fronte alla decisione del governatore di lasciare immutato l'assetto di giunta, rinviando alle calende greche l'eventuale ingresso di nuovi assessori o sottosegretari. «Un incontro molto positivo - spiega la Gelmini al termine - Abbiamo deciso insieme la road map dell'operazione». A definire i dettagli è Pedrazzini a cui nell'incontro di Arcore di qualche giorno fa con Silvio Berlusconi, sarebbe sto affidato il compito di cercare una mediazione. Punto di partenza la decisione di Maroni che vuole aspettare di vedere quali saranno le conseguenze della legge Delrio sulle competenze degli enti locali. Capire, in sostanza, cosa la Regione dovrà cedere e che cosa invece accollarsi magari dalle Province ormai sciolte. Uno scenario che aveva spostato i tempi della nuova giunta all'anno prossimo. Ma l'Osservatorio che deve definire i compiti delle Regioni si riunirà il 14 ottobre e in un paio di settimane potrebbe aver messo a fuoco la situazione. «E per questo - spiega Pedrazzini - a Maroni abbiamo chiesto di accelerare i tempi. Già all'inizio di novembre si potrebbe mettere mano alla giunta». Proposta che Maroni sembra aver accettato.
Immutata la richiesta di «valorizzare i consiglieri, far entrare in giunta chi ha saputo prendere i voti perché ha lavorato sul territorio». E questo, aggiunge Pedrazzini, «perché la volontà di Forza Italia non è mettere in difficoltà Maroni e la nostra alleanza, ma offrirgli l'occasione per un rilancio della nostra azione di governo». E così il nuovo organigramma dovrebbe prevedere la promozione ad assessore del sottosegretario Fabrizio Sala e l'uscita di Alberto Cavalli. In corsa per una secondo posto Fabio Altitonante e Giulio Gallera. Per la Lega, invece, l'ingresso di Angelo Ciocca chiesto dal segretario Matteo Salvini.
Più difficile che Maroni accontenti i consiglieri della sua lista e sempre più probabile l'ipotesi che invece di far uscire un assessore (probabilmente donna) in quota Lega, possa utilizzare quei due posti che in giunta non sono ancora stati assegnati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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