Un accordo ormai chiuso tra il governatore Roberto Maroni e il Nuovo centrodestra che dovrà però reggere l'urto di Forza Italia. Che dopo le barricate di Mariastella Gelmini e il vice presidente Mario Mantovani che ieri ha di nuovo riunito i consiglieri regionali che ora minacciano la stessa guerriglia in consiglio che ha costretto il governatore ad accettare le richieste degli «alfaniani». Non partecipando alla riunione di maggioranza già convocata da Maroni lunedì per presentare la nuova giunta e non andando in consiglio martedì.
Ieri l'incontro tra Roberto Maroni e i colonnelli ncd Mauro Parolini e Alessandro Colucci che hanno rilanciato con due nuovi assessori da affiancare a Mario Melazzini per accettare le condizioni di FI che in cambio di Maurizio Del Tenno avrebbe preteso la promozione ad assessore del sottosegretario all'Expo Fabrizio Sala. Operazione che avrebbe costretto Maroni ad aumentare le poltrone a sedici, il massimo consentito per legge. Solleticando, tra l'altro, le voglie della Lista Maroni che di fronte ai tre posti pretesi dall'Ncd a fronte dei suoi nove consiglieri (peraltro eletti sotto l'ala di Silvio Berlusconi e con la bandiera dell'allora vivente Pdl), con il suo capogruppo Stefano Bruno Galli potrebbe chiedere una maggior considerazione per i suoi dodici, oggi rappresentati in giunta dal solo Antonio Rossi. Magari «valorizzando» la vice presidente del consiglio regionale Daniela Maroni o, come vorrebbe Maroni, Carolina Toia con un posto da sottosegretario.
Considerazioni che hanno spinto Maroni a rifiutare l'allargamento della giunta, proponendo a Ncd l'entrata di Parolini con le deleghe a Commercio e Turismo e lo spostamento del «gelminiano» Alberto Cavalli alle Infrastrutture dopo l'uscita di Del Tenno. Ma a Ncd anche un nuovo sottosegretario con deleghe alla Città metropolitana, il presidente della Provincia di Lecco Daniele Nava o Carlo Malvezzi. Metre Sala (FI) rimarrebbe sottosegretario all'Expo. «Prendere o lasciare». Risultato (assessori più sottosegretari) 5-3: FI meno uno da 6 a 5, Ncd più due da 1 a 3. Una Caporetto per FI che i big, pur con posizioni molto diverse, vogliono evitare. Soprattutto dopo le telefonate da Arcore e da Denis Verdini per Del Tenno. Con la Gelmini che avrebbe proposto un assessorato per Giuseppe Romele le cui dimissioni avrebbero aperto un posto alla Camera per Del Tenno, il primo dei non eletti. Proposta bocciata. E così il primo dei paletti posti a Maroni è la contrattazione direttamente con Berlusconi e Verdini di un paracadute per Del Tenno.
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