Accuse sul voto, la Regione querela

Il Pd spaventa gli elettori: «Opacità e complicazioni». Il Pirellone: «Irresponsabili»

Alberto Giannoni

Volete o no che la Lombardia sia una Regione autonoma? A questa domanda risponderanno oggi 7 milioni di elettori lombardi, chiamati alle urne dalle 7 alle 23 per il referendum, il più grande evento elettorale non gestito dallo Stato dell'intera storia repubblicana; il primo che impiega tablet elettorali, abbandonando matite e schede. E sul voto elettronico si registra l'ultima velenosa polemica, con le accuse della sinistra e la reazione della Regione, pronta a querelare. Il governatore, Roberto Maroni ieri aveva lanciato gli ultimi appelli usando toni istituzionali. «Al termine di questa impegnativa ed esaltante campagna sul referendum per l'autonomia - ha detto - voglio mandare un grazie di cuore a tutti quelli che si sono impegnati con onestà, passione e sentimento». Maroni si è rivolto ai favorevoli ma anche «a chi ha dissentito». «Questa campagna - ha concluso - apre prospettive esaltanti, ne sono certo, ma un risultato l'ha già ottenuto: far sapere a tutti che la Lombardia è davvero una regione speciale». Meno ecumenico l'intervento del Pd: «Altro che tablet - ha attaccato il segretario milanese del Pd Pietro Bussolati - scatole nere più simili a registratori di cassa collegati a chiavette Usb che memorizzeranno il voto degli elettori. Peccato però che gli uffici elettorali abbiano già evidenziato che statisticamente il 4% di queste non funziona». «Opacità e gravi complicazioni - dice il Pd - Regione faccia chiarezza e Maroni ci dica cosa intende fare per garantire la regolarità del voto».

Sulla regolarità del voto, ovviamente, la Regione continua a garantire. Sulle accuse, invece, medita un intervento dell'ufficio legale, citando in giudizio - come ha detto l'assessore Gianni Fava - «alcuni di questi personaggi che hanno procurato allarme».

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