Dimenticate la festa arancione in piazza Duomo. Il Pd con un anno d'anticipo sul voto delle Comunali sta provando a cancellare dalla memoria dei milanesi (e non solo) il colore simbolo della campagna elettorale del 2011, quello inventato da Giuliano Pisapia e replicato poi da Marco Doria a Genova o Luigi De Magistris a Napoli. Gli arancioni rappresentavano la vittoria dell'anti-politica, i movimenti civici più forti dei partiti. Ma a Milano è nato e da Milano quell'arancione, già sbiadito negli anni di governo del centrosinistra, rischia di scomparire del tutto. La campagna per il 2016 si tinge di giallo. È il colore delle t-shirt indossate dai volontari alla festa nazionale dell'Unità chiusa domenica a Milano dal comizio del premier Matteo Renzi. Il segretario del Pd dal palco ha ringraziato «le magliette gialle» per il contributo alla kermesse. In un altro passaggio del suo discorso ha ricordato lo scorso Primo Maggio, giorno dell'inaugurazione di Expo ma anche, nel pomeriggio, di quel corteo dei black bloc che mise e ferro e fuoco le strade del centro. «Ci arrivavano le immagini delle vetrine distrutte e delle auto incendiate». Ma «nel giro di 48 ore è partita una reazione straordinaria, guidata da questi ragazzi che hanno le magliette gialle e di cui siamo orgogliosi,». Si riferiva al corteo «Nessuno tocchi Milano»: il 3 maggio migliaia di persone scesero in piazza con le spugne per cancellare le scritte dei no global. Il sindaco si mise alla testa del corteo e qualche giorno la manifestazione diventò un caso politico - guarda caso - tra Franco d'Alfonso, assessore-fedelissimo di Pisapia citato spesso come l'ideologo arancione, e i colonnelli dem nel capoluogo. Lui sosteneva che da lì il movimento arancione poteva ripartire come il «partito municipalista ambrosiano». I renziani invece si intestavano il lancio dell'iniziativa e (dunque) la capacità di risvegliare l'area civica. Un particolare rimarcato non a caso dallo stesso Renzi: «Avevamo scelto di esserci senza bandiere né simboli di partito», ma alla guida c'erano le famose «maglie gialle». I giovani dem appunto. La sfida tra arancione e giallo-Pd è solo all'inizio.
Dopo l'annuncio della non ricandidatura, i dem possono intruppare per la campagna 2016 tanti orfani di Pisapia. Quelli che si erano avvicinati alla politica per sostenere l'ex avvocato, ma tra frizioni nel movimento e senza il suo bis, ora potrebbero migrare verso altri lidi. O vestire altre casacche.
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