Addio graduatorie, il preside arruola i prof che preferisce

Addio graduatorie, il preside arruola i prof che preferisce

Non ci saranno più le graduatorie vecchio stampo. E ogni scuola potrà scegliere il proprio corpo docenti. Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato l’articolo 8 della legge regionale: «misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione». Tra le novità, in via sperimentale, c’è la chiamata diretta dei prof. Il nuovo metodo, che aspetta ancora il via libera del ministero dell’Istruzione, debutterà dal prossimo anno scolastico e sarà valido per tre anni. Un «escamotage» per scavalcare i farraginosi metodi dell’arruolamento dei docenti e che rende la Lombardia ancora più autonoma. I vantaggi saranno palpabili anche per i professori che non dovranno più trasferirsi dall’altra parte dell’Italia pur di insegnare e che potranno creare un rapporto più diretto con gli istituti. Velocizzando i tempi di immissione in ruolo e lasciano sempre meno cattedre scoperte.
Le nuove regole sono state votate dalla maggioranza (Pdl e Lega Nord), che ha espresso 41 voti favorevoli. Contrarie invece le opposizioni (Pd, Idv, Sel e Udc), assieme ad alcune associazioni di insegnanti.
Il Pd ha chiesto più volte in aula che l’articolo sulla scuola venisse stralciato dal progetto di legge, ricevendo parere negativo. Accolte invece alcune modifiche, come le specifiche sull’accordo preliminare del ministero, la durata triennale della sperimentazione e il controllo ogni sei mesi della commissione consiliare competente. «Noi vorremmo giungere a nuove e più plausibili soluzioni a livello nazionale, ma con la collaborazioni tra Ministero e Regioni - ha spiegato il consigliere regionale Pd Fabio Pizzul -. È giusto pensare a diverse modalità di reclutamento degli insegnanti, senza però passare attraverso norme pasticciate. Regione Lombardia, invece di collaborare a modificare concretamente e virtuosamente la normativa nazionale - ha aggiunto - pensa solo ad appuntarsi la medaglietta della prima della classe sulla giacca.
Sul muro contro muro in aula, è il presidente lombardo Roberto Formigoni a commentare: «Più che altro c’è una testa, quella dell’opposizione, che si sta sfasciando contro un muro. La maggioranza è coesa e compatta, le singole scuole potranno chiamare gli insegnanti più coerenti con le particolarità di quella scuola, e questa è una misura di modernità». Il Pdl ha battagliato per far approvare la legge, forte di una convinzione: «La stragrande maggioranza degli insegnanti vuole così». E anche i genitori delle scuole cattoliche approvano la riforma.
Da settembre le istituzioni scolastiche statali potranno organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi per reclutare il personale docente con incarico annuale. È ammesso a partecipare alla selezione il personale docente iscritto nelle graduatorie provinciali, fino ad esaurimento.

«L’articolo 8 del progetto di legge - ha spiegato Mario Sala (Pdl), relatore del provvedimento - apre alla sperimentazione di una vera autonomia scolastica attraverso una possibilità per le scuole di indire concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, per selezionare il personale docente necessario a svolgere le attività scolastiche annuali favorendo la continuità didattica. Ci siamo battuti in aula - ha concluso - affinchè il reclutamento diretto degli insegnanti da parte delle scuole statali lombarde fosse finalmente possibile».

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