Adesso anche il sindaco vuole una perizia terza sul restyling di San Siro

La richiesta di Fi era diventata bipartisan E la Sovrintendenza potrebbe vincolarlo

(...) Nel parere inviato dalla responsabile dei Beni culturali Antonella Ranaldi al Comune due sere fa c'è l'invito a valutare ipotesi alternative alla demolizione del Meazza, perchè sottolinea che c'è un legame simbolico tra lo stadio e la città che travalica la funzione di casa del calcio, ma porta a percepirlo come «icona dello sport». E se è vero, come rimarcano spesso i club, che l'impianto attuale è una somma delle trasformazioni nel tempo, culminate con la realizzazione delle quattro torri e il terzo anello per i Mondiali '90, sembra che la Sovrintendenza trovi molt interessate il valore artistico finale, in particolare il secondo anello aggiunto negli anni '50 alla struttura originaria («significativo dal punto di vista architettonico»). Una posizione che potrebbe essere il preludio alla messa sotto tutela dell'impianto qualora si procedesse con il piano depositato dalle squadre in Comune. Nel caso, ha fatto sapere Ranaldi, dovrà interpellare il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini. Per ora il sindaco Beppe Sala non si sbilancia. «Bisogna un po' rifletterci - ha affermato ieri -, il parere è arrivato venerdì sera in maniera un po' inaspettata, io personalmente non avevo sentore di questa presa di posizione. Ribadisco solo un punto di principio»: per me è veramente molto difficile immaginare due strutture, una nuova e quella vecchia, una vicina all'altra. Delle due l'una. Il problema vero è l'utilizzo, da tutte le nostre valutazioni è molto costoso mantenerlo e non è poi semplice riempirlo», qualora il Meazza venisse comunque salvato accanto al nuovo stadio dei club. «Chi fa un un nuovo impianto oltre a gestire il calcio vuole prendersi anche i concerti estivi - sottolinea -, si rischierebbe di andare verso un sistema competitivo che non fa bene alla città». Ribadisce, la lettera «è un altro elemento di riflessione e bisognerà ragionarci nei prossimi giorni». E per ora non si azzarda a considerarla un vincolo a priori all'abbattimento e quindi la scelta obbligata di Milan e Inter verso il restyling: «No. Bisogna capire, è una lettera che va anche un po' interpretata - sottolinea -, e c'è da capire come si può lavorare rispetto a questo vincolo. Bisogna ragionarci, c'è ancora ampio margine». Sul restyling «continuo a sostenere che le squadre devono spiegare meglio perchè non si può fare, mi risulta che ci stiano lavorando, se i cittadini si convinceranno diventerà poi più facile anche per la politica prendere alcune vie. Ad oggi mi pare che la loro consapevolezza sia che è impossibile ristrutturare San Siro ma non l'hanno ancora diffusa e spiegata ai cittadini». In compenso, dopo che l'ha sollecitato un asse trasversale che va da Fi e Lega fino al Pd, anche per Sala «sarebbe senz'altro opportuna una perizia terza sulla ristrutturazione», che confermi o contesti i tempi e i costi presentati dalle società.

«Bene - afferma il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale - che anche il sindaco sia arrivato alla

nostra conclusione. Prima di demolire un mito come San Siro bisogna accertarsi che non si possa ristrutturare adeguatamente e che non c siano soluzioni ponte dove giocare le partite quando i cantieri sono in corso».

ChiCa

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