Il progetto è ambizioso: fare di un quartiere storico (e decaduto) di Milano il primo quartiere sociale e a impatto zero in Italia. La nuova vita di Affori passa da un'iniziativa di Palazzo Isimbardi. Quasi mille appartamenti da assegnare a prezzi ben al di sotto dei canoni di mercato, edifici costruiti secondo criteri di eco-compatibilità, percorsi ciclopedonali e un parco con una superficie di oltre 112mila metri quadrati, pari a quella di 15 campi da calcio, in un'area che al momento non è accessibile ai cittadini. L'accordo di programma, a cui hanno aderito Regione e Comune, è stato promosso dalla Provincia, dovrebbe terminare l'iter burocratico entro la fine dell'anno, con l'avvio della pianificazione attuativa. Per l'inizio del 2013 è previsto l'inizio dei lavori, la cui conclusione è fissata per il 2015.
Nei piani di via Vivaio, dunque, l'area compresa tra via Litta Modignani, via Bovisasca e via Assietta ospiterà i nuovi edifici, per un totate di 946 appartamenti di circa 85 metri quadri ciascuno destinati all'housing sociale. Ovvero a quanti - giovani coppie, anziani, genitori separati, rappresentanti delle forze dell'ordine, lavoratori precari - hanno un reddito Isee superiore ai 14mila euro (soglia massima per accedere alle graudatorie per le case popolari), ma non possono permettersi una casa a prezzo di mercato. Le abitazioni saranno assegnate a un prezzo calmierato, in edilizia convenzionata (il 50% degli appartamenti) e a canone agevolato (il 30%), fino a un massimo di 2.200 euro al metro quadro. E sarà la Provincia a stabilire i requisiti per l'attribuzione dell'alloggio. Il 20% degli appartamenti, infine, sarà dato in locazione con patto di futura vendita. Ovvero, al prezzo d'acquisto - per chi un domani vorrà comprare - sarà sottratto il canone d'affitto già pagato.
Palazzo Isimbardi prevede di incassare 17 milioni di euro dalla cessione delle aree nel quartiere di Affori (si tratta di circa 15 ettari, 12 dei quali saranno distinati al verde), mentre l'investimento dei privati (a settembre sarà pubblicato un bando per stabilire quale impresa si aggiudicherà i lavori e quale sarà il progetto vincente) è stimato intorno ai 170 milioni di euro, con ricadute positive anche sull'occupazione.
L'ente pubblico, infine, vigilerà sul meccanismo delle graduatorie e dovrà verificare che i criteri di realizzazione del nuovo quartiere - materiali di costruzione, gestione dei rifiuti, consumi - rispondano ai canoni dell'edilizia eco-compatibile.
«I primi quartieri sociali in Italia sono nati proprio a Milano - è il commento di Fabio Altitonante, assessore provinciale del Popolo delle libertà e responsabile della Pianificazione del territorio -. Abbiamo ripreso la tradizione dell'accoglienza ambrosiana, accrescendo il livello urbanistico e architettonico della città. Erano cinquant'anni che non si faceva una piano casa nel capoluogo lombardo. La nostra è una risposta importante e concreta ai bisogni abitativi dei cittadini».
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