Agente ferito in carcere I poliziotti lanciano l'sos

Aggredito da un detenuto con una lametta Il Sappe: «Ennesimo episodio, siamo a rischio»

Ancora violenze nel carcere di Bollate. La denuncia arriva dal Sappe, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria dopo il ferimento con una lametta di un agente. «Ancora una volta la Polizia Penitenziaria è costretta a subire la violenza di alcuni detenuti che si sentono impuniti tra le sbarre- spiega il segretario regionale per la Lombardia Alfonso Greco- Sabato pomeriggio un detenuto marocchino di 32 anni, in cella per i reati di rissa, resistenza a pubblico ufficiale, porto abusivo di armi, rapina e spaccio di sostanze stupefacenti verso le 14 senza autorizzazione alcuna è uscito dal reparto per recarsi al primo piano dell'Infermeria per salutare un suo paesano. Giunto in reparto, il poliziotto penitenziario correttamente non lo faceva entrare e il detenuto ha estratto una lametta e gli si è scagliato ferendolo alla mano. Il poliziotto è stato accompagnato in ospedale mentre il detenuto in isolamento dove ha creato disordini ed è stato trasferito in infermeria, vicino al suo paesano: insomma, ha ottenuto quel che voleva». Greco denuncia che lo stesso detenuto a febbraio aveva aggredito 4 colleghi e oltre ad non essere stato trasferito ha continuato a muoversi liberamente nei Reparti cercando i colleghi che lo avevano trattenuto il quella aggressione. «Il collega aggredito sabato- spiega il rappresentante del Sappe- era uno di quelli. Qui i detenuti fanno quel che vogliono, si sentono i padroni e questo perché le maglie della sicurezza sono state talmente allentate, tanto che aggredire i poliziotti penitenziari sembra essere diventato un passatempo».

Il dato oggettivo è che anche questa denuncia ci conferma che la tensione che caratterizza le carceri, al di là di ogni buona intenzione,è costante. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. «Ci attiveremo presso il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria affinchè legiuste proteste dei colleghi di Bollate trovino attenzione- spiega Donato Capece, segretario generale del sindacato- Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. La situazione nelle carceri resta allarmante.

E a Bollate è particolarmente grave, con il serio rischio che si confondano le acque tra aggressori eaggrediti. Non ci si ostini a vedere le carceri con l'occhio deformato dalle preconcette impostazioni ideologiche, che vogliono rappresentare una situazione di normalità che non c'è affatto»

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