"Aggressioni con l'acido. Alex capo indiscusso delle battute di caccia"

I giudici d'Appello analizzano le dinamiche tra Boettcher e Martina: lui decideva tutto

"Aggressioni con l'acido. Alex capo indiscusso delle battute di caccia"

Era lui, Alex, il capo indiscusso, l'«uomo-diavolo» (come amava definirsi) deciso a far pagare a Martina il prezzo dei suoi tradimenti veri o immaginari. E pronto, per fare questo, a rovinare le vita di persone innocenti. Lui decideva, Martina eseguiva, e Andrea Magnani - lo «sfigato» del gruppo, il bancario sovrappeso plagiato dal capo - faceva da palo e da manovale.

Ieri la Corte d'appello deposita le motivazioni della sentenza che il 13 luglio ha confermato la condanna a ventitrè anni di carcere per Alex Boettcher, il broker bello e perverso che con la sua donna dell'epoca, Martina Levato, ha segnato una delle pagine più indigeribili della Milano nera di questi anni. Della sfilza di aggressioni a base di acido muriatico messe a segno tra l'estate e l'inverno del 2014, Boettcher continua a proclamarsi innocente. Ma con questa sentenza si chiudono gli spazi di dubbio su come andarono davvero le cose.

Sul tavolo della Corte d'appello presieduta da Grazia Orsini c'erano le prime imprese della coppia, le aggressioni a Stefano Savi e Giuliano Carparelli: il primo colpito per sbaglio e sfigurato per sempre, il secondo salvato dalla sua provvidenziale prontezza di riflessi. Il vero bersaglio era Carparelli, colpevole di un fuggevole, brusco rapporto sessuale con Martina all'uscita di una discoteca. E Savi pagò con la faccia solo la sua somiglianza con la vittima designata.

A lungo, dopo l'arresto, la Levato ha preso su di sé tutte le responsabilità, ultimo tributo pagato alla sua sudditanza a Boettcher. Poi, dopo avere partorito il figlio concepito con Alex, ha iniziato ad allontanarsi da lui. E nell'aula di questo processo è venuta ad accusarlo.

Per i giudici della Corte d'appello, la «metamorfosi processuale» di Martina è sincera, e le sue accuse sono dotate di «adeguata credibilità e attendibilità», grazie «alla precisione dei dettagli degli accadimenti e per la coerenza delle dichiarazioni rese con il percorso di graduale allontanamento dal coimputato». «Il Boettcher soffriva di gelosia e di ossessione nel momento in cui aveva scoperto la sua frequentazione con altri ragazzi (...) poi era nato il progetto che aveva come scopo finale farla finire in carcere per espiare le sue colpe (...). Vi era stata dunque un'escalation di purificazione attraverso le marchiature e l'accettazione da parte sua di infiniti atti di umiliazione».

Le strade della Milano by night diventano il terreno per le spedizioni punitive: «Venivano attuate vere e proprie battute di caccia nei confronti di tutti gli ex partner della Levato, proprio per procedere attraverso l'eliminazione della loro identità alla purificazione della stessa dalle trasgressioni sessuali commesse durante la relazione».

Martina ha chiuso il suo conto con la giustizia con

vent'anni di carcere. Alex ha sulla groppa, oltre a questi ventitrè anni, i quattordici incassati per l'ultima aggressione, quella all'ex pariniano Pietro Barbini: entrambi i processi ora vanno al vaglio della Cassazione.

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