«Per me Salvini non abbia fatto nulla per il nord, ma se ora mostriamo un governo troppo a trazione centro sud corriamo il rischio di suscitare simpatie leghiste. Niente in contrario se si enfatizzano gli aiuti a Roma, ma si aiuti anche chi sta tirando la carretta come Milano e il nord, non solo chi è più in difficoltà». Il sindaco condivide (evidentemente) i timori del centrodestra e delle imprese che vedono nell'asse Pd-5 Stelle uno squilibrio delle politiche a favore del sud e della sindaca grillina Virginia Raggi, tanto che dei 26 punti del programma uno era dedicato alla capitale. E ci sono solo due lombardi tra i 21 ministri, nessun milanese doc. Beppe Sala ne ha parlato ieri alle Stelline e dal palco della festa del Pd a Rogoredo. Sul Conte bis si è detto «molto positivo, era un'operazione necessaria» adesso, ha ribadito, «sto richiamando molto l'attenzione sul tema (...) del nord, perchè non possiamo permetterci un governo che non sia attento alla parte trainante del Paese». Ma arrivano subito due bocciature: «Solo 7 donne? Non mi piace, non sono soddisfatto. Era il momento di dare un segno». E vedendo i nomi ammette che la squadra «sembra un po' una squadra a trazione sud. Bene l'ex prefetto di Milano Luciana Lamorgese al Viminale, era il momento di un tecnico e non di un politico, positivo la De Micheli alle Infrastrutture, forse il Pd avrebbe dovuto pretendere il Lavoro facendo a meno della Difesa. Ma aspetto di vedere i nomi dei sottosegretari». Ora «la prima cosa su cui c'è da lavorare sono i temi della sicurezza, è la prima cosa su cui dare un segno. Se i 5 Stelle non rinnegano niente del passato sono messi male, ci sono stati anche errori. Vanno aboliti i provvedimenti targati Salvini. E sui profughi va coinvolta l'Ue e serve un'operazione verità, quanti ne arrivano e quanti ne sono stati rimpatriati». Il governo uscente «ha fatto molte chiacchiere e ha distolto l'attenzione dai problemi veri». I grillini, sostiene, «stanno mostrando più voglia di essere istituzionali, è più giusto che parlino con Macron che con i gilet gialli, sull'europeismo oggi non si scherza. Poi il Pd sarà richiamato al proprio dovere, stare all'opposizione è sempre un po' più facile, dovrà dimostrare che le tante critiche al governo precedente si possono trasformare in proposte e azioni, in base a questo guadagnerà o perderà elettori». Sala detta le priorità per Milano (ma non solo): «Per farsi ascoltare dai giovani bisogna parlare di ambiente, io qui sarò l'interlocutore», a luglio ha creato e assunto le deleghe alla Transizione ambientale, «per parlare a tutti gli altri il tema è il lavoro. Si parla di cuneo fiscale, benissimo. Io più volte ho proposto di alienare il patrimonio inutilizzato per finanziare un piano di interventi su ponti o scuole». A Vincenzo Spadafora che sarà ministro allo Sport fa subito presente che «la legge speciale per le Olimpiadi 2026 va fatta entro fine anno». Del segretario Pd Nicola Zingaretti dice che «ha fatto il suo dovere ma penso che sappia che ha vinto una battaglia, la guerra è ancora molto lunga. E anche Luigi Di Maio se si guarda alla lista dei ministri secondo me non ha perso, era in un angolo. Ma se da ministro non ha brillato». Aveva definito i grillini degli incapaci, ora se la cava con una battuta: «Li aiuteremo a crescere». E punta ad «essere ancora più di prima un punto di riferimento del centrosinistra al nord, perchè la Lega sparerà contro le azioni del governo».
A Sala ribatte il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi: «La Lega non ha fatto nulla? Che faccia di bronzo. Abbiamo ottenuto i Giochi, fondi per la M5 a Monza, 1.100 agenti in Lombardia.
Sono fatti». E al governatore Attilio Fontana preoccupa la nomina del Pd Francesco Boccia ad Affari regionali e Autonomia: «Ho letto dichiarazioni bellicose, contro la riforma, spero non corrispondano alle sue intenzioni».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.