Albertini attacca Mr Expo «I conti? O non sa o mente» Per l'ex sindaco buco di bilancio ben noto al manager Che adesso «ripesca» anche Comunione e liberazione

Chiara Campo

«Beppe Sala è inadatto a fare il sindaco». Il giudizio tranchant arriva da uno come Gabriele Albertini che Milano l'ha governata e ora guida la lista civica «Io corro per Milano» del candidato del centrodestra Stefano Parisi, il suo city manager. Sarebbe di parte, ma si basa «sui fatti, ormai acclarati». Parla dei dati reali del Bilancio 2015 di Expo, approvato due giorni fa dall'assemblea dei soci. «Senza alcun intento polemico - premette l'ex sindaco -, ma solo per affermare la verità, sostengo che il candidato della sinistra è una persona che nella migliore delle ipotesi ignorava completamente come fosse stata la sua gestione di Expo nella peggiore ha mentito sui conti non solo parlando con i media, ma anche davanti al cda della società e della commissione istituzionale d'inchiesta che, tanto faticosamente, siamo riusciti a ottenere». La Commissione voluta dal centrodestra e quel pezzo della maggioranza che ha strappato con la giunta Pisapia e alle Comunali non sosterrà Sala. Albertini riepiloga i fatti: ricorda che il 19 marzo del 2015 al cda Expo (in cui siedono Comune e Regione) Sala aveva «prospettato un significativo utile in grado di ripianare i passivi degli anni precedenti». Già nel Bilancio previsionale, a manifestazione chiusa, al posto di quel «significativo utile» risultò un passivo di 24 milioni («per un manager vuol dire non avere idea di come sta gestendo il patrimonio pubblico che gli è stato affidato») ma ancora lo scorso 25 gennaio, in Commissione Expo al fianco di Pisapia - e nel pieno delle primarie - garantì che era tutto sotto controllo, «disse che non era preoccupato» ricorda Albertini. Ma la Regione si è rifiutata due giorni fa di approvare il Bilancio, non ha votato contro ma si è astenuta («era quantomeno il minimo, devo tutelare l'ente» ha spiegato il governatore Roberto Maroni dopo le polemiche del Pd) ma il buco che si prospetta si è già allargato a oltre 100 milioni di euro e non sono escluse sorprese viste le molte partite aperte. «I casi sono due - chiude l'ex sindaco - O a fine gennaio Sala non aveva idea del buco e sarebbe assai grave, o lo sapeva e ha mentito sapendo di mentire», anche ai consiglieri in aula e a Pisapia con cui ieri ha festeggiato in pista all'Alcatraz la chiusura della campagna della lista «Sinistra x Milano». In entrambe i casi «non si può affidare Milano a chi dimostra tale arroganza e mancanza di trasparenza».

E il candidato Pd ieri ha convocato una conferenza stampa su «Welfare e nuove proposte». Ma ha solo marcato la distanza tra la squadra al suo tavolo - accanto a lui il presidente della Caritas don Virginio Colmegna e il vicepresidente della Compagnia delle Opere che 5 anni fa sosteneva Letizia Moratti e non ha potuto candidarsi nella lista Sala per il veto della sinistra agli «uomini di Cl» - e l'asse Parisi-Salvini. Ma ieri Sala ha dato il via al «ripescaggio» dicendo che «ci sono realtà che in questi anni hanno fatto un buon lavoro». Pronto ad arrampicarsi sugli specchi l'assessore Pierfrancsco Majorino: «Noi siamo contrari a qualsiasi alleanza con persone che si sono opposte alla giunta Pisapia, io usavo la formula degli amici di Formigoni - ha spiegato - Qui non c'è nessuno di loro». Ma sia Sala che Majorino bocciano la proposta lanciata dallo sfidanti di assumere - sul modello Merkel - i profughi per manutenzioni e cura del verde pagandoli con un paio di euro all'ora e corsi di italiano.

«Senza arrivare a dargli dello schiavista, è una boutade molto poco argomentata» dice Majorino. Torneranno i lavori socialmente utili per i disoccupati milanesi. Finora la paga è stata di 3 euro all'ora. Quasi il modello Merkel («ma non sarà esteso ai migranti»).

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica