Cronaca locale

Alfaniani contro Maroni «Vogliamo più assessori»

Alfaniani contro Maroni «Vogliamo più assessori»

Aria di tempesta sulla giunta Maroni perché il Nuovo centrodestra alza il tiro e ieri tutto il gruppo ad eccezione del presidente dell'aula Raffaele Cattaneo ha disertato i banchi in Regione. Facendo saltare una commissione, costringendo al rinvio della mozione sui fondi Nasko e rendendo più complicati i lavori per il centrodestra in consiglio. Un congedo «per motivi personali» che in realtà, come ha spiegato il capogruppo Mauro Parolini, è un atto di protesta per il mancato rimpasto in giunta nel quale gli «alfaniani» chiedono di poter avere ben più peso. Questione di numeri. Perché la scissione del Pdl ha portato dieci consiglieri in Forza italia e nove nell'Ncd che ora mugugna per il solo posto di assessore toccato a Mario Melazzini, contro i cinque di Fi più la vice presidenza della Regione a Mario Mantovani.
«La nostra assenza - spiega Parolini - manifesta un disagio rispetto a una collegialità che è venuta meno. Siamo ancora convinti che questa maggioranza debba governare, ma rispettando la dignità di tutti». Il riferimento è all'infuocata commissione Sanità nella quale l'assessore (leghista) alla Famiglia Cristina Cantù ha confermato la volontà della giunta Maroni di introdurre il requisito dei cinque anni di residenza (oggi ne basta uno) per l'accesso al fondo Nasko che aiuta donne in difficoltà economica che decidano di non abortire. «Non c'è nessuno sforzo di confrontarsi sulle nostre ragioni - dice Parolini -. Si parla di vita e di morte, introdurre limitazioni tecniche è sbagliato». Un contrasto che divide gli «alfaniani» soprattutto di area ciellina dai leghisti, tanto che Stefano Carugo pare intenzionato a chiedere addirittura le dimissioni della Cantù, una fedelissima maroniana. «Maroni si deve dare una svegliata nel metodo e nel merito - attacca Carugo -. Tutte queste iniziative leghiste da campagna elettorale, questa ansia contro gli immigrati, il libretto sanitario, la marijuana libera, le prostitute. Stiamo rasentando la barzelletta. Bisogna smetterla». Ma il vero contrasto è sulla richiesta di un assessore in più. «Marzo è finito - attacca Parolini - e il tagliando è stato fatto? La composizione della squadra è squilibrata. E se deve essere riequilibrata bisogna farlo in una discussione che non c'è mai stata. Aspettiamo risposte, spero arrivino in tempi rapidi». Chiaro riferimento al fatto che Maroni aveva promesso un rimpasto dopo gli Stati generali del 21 marzo. «Che marzo sia finito è un dato di fatto» ha risposto imbarazzato il governatore alle richieste dell'Ncd a margine della presentazione del padiglione Lombardia per Vinitaly. Senza aggiungere nulla su tempi e modi dell'intervento. «Il tempo ragionevole per mettere mano alla giunta? Era marzo - sottolinea Cattaneo - come aveva dichiarato Maroni.

Il primo aprile viene dopo marzo e le difficoltà del centrodestra in aula dimostrano che Ncd non è poi così irrilevante».

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