Un algoritmo fa volare le case in affitto

Vacanze brevi in seconde abitazioni: Sweetguest in 6 mesi ha ospitato 6mila turisti

Un algoritmo fa volare le case in affitto

A volte il caso. Pesi e addominali modellano il corpo ma non sono l'esercizio più divertente del mondo. Così, spesso, in palestra si chiacchiera. E ci si conosce. E tra un bilanciere e una panca Rocco Lomazzi e Edoardo Grattirola sono entrati in contatto. Non avevano in comune solo il fitness e infatti pochi mesi dopo, con Jacopo Vanetti e Andrea De Spirt, hanno messo in piedi «Sweetguest» una startup che attraverso un algoritmo che hanno studiato e realizzato ora offre un servizio per massimizzare il potenziale della propria casa messa in affitto tramite Airbnb, la community che permette a chi ha una o più camere disponibili nella propria abitazione di affittarle ai viaggiatori. «È nato tutto quasi per caso - racconta Edoardo, 26 anni di Sondrio, uno dei fondatori - La domanda che ci siamo fatti è stata: come possiamo far guadagnare di più chi affitta? E la risposta è arrivata dal nostro progetto che da subito ha attirato l'attenzione di diversi imprenditori che hanno creduto in noi». La startup ha sviluppato un software che ha mappato oltre 180mila appartamenti, il valore e la resa economica, ed è in grado di ottimizzarne la visibilità su Airbnb. L'algoritmo mette in relazione domanda e offerta garantendo un riempimento degli alloggi che si avvicina al 90 per cento. Affitti brevi di stanze e di seconde case, in media due giorni e mezzo, di turisti mediamente giovani e che arrivano 9 volte su dieci dall'estero, che cercano alloggio a Milano. Il servizio di gestione dell'abitazione va dal check-in e check-out degli ospiti, alle pulizie, alla manutenzione ordinaria, alla fornitura della biancheria, ai consigli sull'arredamento. Ma ciò che fa la differenza è la gestione online della casa, in tutta Italia e non solo, che oltre ad occuparsi della fase di prenotazione e dell'assistenza, promette di massimizzare la visibilità dell'annuncio su Airbnb. Fornendo dati, consigli e feedback sulle recensioni per massimizzare il profitto. «Abbiamo costruito un software - spiega Rocco, milanese, l'altro fondatore della startup - che mette insieme due elementi fondamentali, la componente tecnologica e l'adesione alle dinamiche della sharing economy. Per ottenere il massimo dei risultati bisogna essere il più visibili possibile sulla piattaforma e noi ci occupiamo di dare il massimo risalto all'annuncio di chi affitta su Airbnb, in modo da ricevere più prenotazioni possibili. Anche perché spesso tra i nostri clienti c'è chi questa piattaforma la conosce poco e addirittura per niente e spesso non ha familiarità con le tecnologie». La startup gestisce la casa, permette a chi affitta di avere visibilità e di monitorare prenotazioni e guadagni tramite un'app dedicata. Ma cura anche il rapporto con gli ospiti, a distanza garantendo una comunicazione 24 ore su 24 e coordinandosi con chi è presente in loco. Sweetguest parte da Milano ma è già arrivata a Roma, Venezia, e Firenze e in soli sei mesi ha già gestito 2.400 prenotazioni e 6mila clienti. «Ma il valore aggiunto di questo progetto - spiegano i fondatori - è che non vengono gestite solo case in città d'arte o turistiche come Milano ma anche in località meno rinomate e in periodi dell'anno di bassa stagione dove generalmente le prenotazioni sono a zero. Si crea valore turistico anche per le zone meno conosciute, ma che rappresentano comunque dei gioielli della nostra Penisola che al momento non sono pienamente sfruttate da questo punto di vista.

Il connubio tra Airbnb e il nostro servizio può valorizzare al massimo il nostro Paese e ci aiuta a intercettare turisti provenienti anche dall'estero. Siamo riusciti ad affittare case in paesini della Valtellina che non conoscevano neanche noi...».

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