Le stazioni più a rischio sono Centrale, Cadorna, Duomo, Loreto e Garibaldi, dove è più facile prendere alla sprovvista (anche) i turisti. Il profilo: giovani («anche 16/17enni»), provenienti dai campi rom, «vestite bene, per non dare nell'occhio», una tendenza sempre più diffusa a usare la violenza nei confronti di chi si accorge della mano infilata nella borsa e prova a difendersi. Le borseggiatrici in metropolitana e alle stazioni devono fare i conti però con un gruppo di «disturbatori» che sta crescendo in maniera proporzionale al fenomeno. Il giovane Mattia ha iniziato a raccogliere volontari nel 2016 e la squadra «Furti e borseggi Milano», che gira tra i mezzanini per individuare e «cacciare» fuori dalla metropolitana bande di donne e ragazzine rom habituè del borseggio raccoglie oggi circa trenta persone, soprattutto tra i 20 e 30 anni di età. Nelle scorse settimane anche i City Angels si sono uniti alle loro «ronde» auto-organizzate e «il loro supporto è prezioso» spiega Nicholas Vaccaro, uno dei volontari. «In metrò - racconta -ci sono anche gruppi di algerini che rubano portafogli, telefoni o documenti che probabilmente rivenderanno, girano anche sui mezzi di superficie tra Loreto, Farini e Stelvio. La maggior parte delle rom, o almeno quelle che eseguono materialmente il furto mentre vengono coperte dalle altre, sono minori o in stato di gravidanza, quindi non compatibili con la detenzione. La polizia non può arrestarle. Prendono di mira soprattutto le ragazzine, che non riescono a difendersi. Iniziano a lavorare intorno alle 10 e le ritroviamo la sera. Ormai ci conoscono, quando le rincorriamo o gridiamo ad alta voce che se ne devono andare a volte reagiscono prendendoci a borsate, gettandoci addosso maionese o bibite». Il gruppo pubblica video, foto e tutorial sui social, per allertare i milanesi. Con il canale «Milanobelladadio» ha lanciato una petizione on line che ha quasi raggiunto il traguardo delle 10mila adesioni, rientrerà nel 5% di quelle più firmate su Change.org. Il titolo: «Modifica circolare Procura Milano per le borseggiatrici di Milano». Qui, spiega Vaccaro, «grazie a due circolari diramate nel 2016 dalla Procura di Milano, se sono donne in gravidanza non vanno neanche un'ora di carcere, nel resto d'Italia vengono detenute nell'attesa della decisione del magistrato. In città nel frattempo vengono lasciate in stato di libertà. Si allontanano qualche ora e tornano in azione. I milanesi sono stufi e gli agenti hanno le mani legate».
E un preoccupante aumento di borseggi e rapine nei mezzanini e all'uscita del metrò viene denunciato anche dalla Lega nel Municipio 9.
Il capogruppo Federico Rossi ha depositato una mozione per chiedere un consiglio straordinario alla presenza dell'assessore alla Sicurezza Marco Granelli e di Atm, «per concertare insieme delle azioni che ristabiliscano un minimo di sicurezza. Le segnalazioni ci arrivano soprattutto sulle fermate Istria e Cà Granda della M5. Gruppi di adolescenti prendono di mira indistintamente le universitarie e gli anziani».
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