Coronavirus

Scuola a distanza, Sala si oppone. Azzolina sta con i sindaci

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, boccia l'ordinanza di Fontana: "No alla sola didattica a distanza ". Azzolina: "Serve altra soluzione"

Scuola a distanza, Sala si oppone. Azzolina sta con i sindaci

La didattica solamente a distanza per le scuole superiori "in questo momento non ha senso". Ne è convinto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. E intervenuto a Rtl 102.5 boccia senza mezzi termini l’ordinanza di ieri della Regione Lombardia. Almeno sulla questione scuola. Il provvedimento prevede da luned' 26 ottobre lo stop alle lezioni in presenza per contenere l'epidemia di coronavirus. Ma i primi cittadini lombardi non ci stanno.

L'alt di Sala sulla scuola: "No alla sola dad per le superiori"

Per il sindaco di Milano bisognerebbe alternare didattica a distanza e presenza nelle scuole superiori. Insomma, la strada chiusura tracciata dall'ordinanza del 21 ottobre andrebbe proprio scongiurata. "I ragazzi hanno il diritto di stare a scuola, con buon senso, perché un po’ di alternanza ci sta. Sono totalmente contrario alla sola didattica a distanza per le superiori. Ci opporremo. Abbiamo appena aperto le scuole, non ha senso richiuderle. Non adesso", ha tuonato Beppe Sala durante Non stop news su Rtl 102.5. E per l'incontro video alle 13 fra i sindaci della Lombardia e il presidente Fontana annuncia battaglia. "Noi ci opporremo e spero che lo modifichi e che prevalga il buon senso. Così non va bene".

Sala ha poi auspicato che la condivisione delle decisioni inaugurata a livello locale si estenda anche al rapporto con il governo. E non risparmia di bacchettare lo scaricabarile contenuto nell'ultimo Dpcm. "Io rispetto molto il presidente del Consiglio, ma l’idea improvvisata di scaricare sui sindaci la chiusura di piazze e di vie senza che noi sindaci sapessimo niente è sbagliato. Non tanto perché si dà la responsabilità ai sindaci, ma perché queste misure vanno verificate con chi sta sul territorio. In questo momento servono nervi saldi, ma prima di tutto bisogna pesare parola per parola e condividere tutto", ha chiosato, secco.

Il giallo sull'ordinanza, Anci: "La dad non era stata concordata"

La misura della didattica a distanza alle superiori, prevista nella nuova ordinanza della Regione, oltre al primo cittadino di Milano non convince anche gli altri sindaci della Lombardia. E la resa dei conti tra il governatore Attilio Fontana e le autorità locali è prevista oggi giovedì 22 ottobre alle 13. Nell'incontro in videoconferenza si cercherà il compromesso tra le due posizioni. La linea condivisa dai sindaci insiste sull'alternanza tra didattica a distanza e presenza nelle scuole.

Eppure l'ordinanza era stata condivisa e firmata anche dai sindaci. "Il documento finale è uscito un po' in velocità, noi sindaci l'abbiamo visto ma eravamo concentrati sul tema del cosiddetto coprifuoco, questa cosa magari ci è scappata e da quando ce ne siamo accorti ci stiamo opponendo tutti", ammette Sala a Rtl 102.5. Più duro, invece, il presidente di Anci Lombardia Mauro Guerra che difende la mobilitazione dei primi cittadini dei 12 Comuni capoluogo della Lombardia: "Il motivo? Quella parte non era stata concordata".

La ministra Azzolina si schiera con i sindaci

Sulla questione che divide Regione Lombardia e i sindaci dei 12 capoluoghi interviene anche la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina con una lettera a Fontana: "In una fase così complessa per la Nazione, desidero invitarla a lavorare insieme a tutte le istituzioni coinvolte, per trovare soluzioni differenti da quella adottata, nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini e del diritto allo studio dei nostri studenti e delle nostre studentesse".

La ministra ricorda che "il Dpcm del 18 ottobre 2020 ha previsto indicazioni molto chiare per la gestione delle misure da adottare con riferimento alle istituzioni scolastiche, prevedendo in primo luogo la prosecuzione, in ogni caso, in presenza, delle attività didattiche ed educative della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione".

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