«Beppe ci ha messo il cuore, e non solo». Il premier-segretario del Pd continua a corteggiare il commissario Expo Giuseppe Sala per la corsa di Palazzo Marino. Su Expo, ha ripetuto ieri Matteo Renzi ai microfoni di Rtl 102.5, «ha fatto un lavoro straordinario. Bisogna consentirgli di chiudere questo lavoro poi tutti insieme ragioneremo del futuro». Rispondendo all'identikit di cui è a caccia il centrodestra, un sindaco-manager, ha ribattuto che «è una cosa che funziona molto nell'immaginario, ma mi convince fino a un certo punto. Un sindaco deve essere innanzitutto un politico, uno che sente su di sè i problemi della città, che ha un'anima, si emoziona. Poi ci sono anche manager bravissimi che si emozionano». E qui rientra evidentemente «Beppe» Sala, «su Expo ci ha messo il cuore, e non solo, in un momento in cui non ce lo metteva nessuno». Il diretto interessato continua a non scoprirsi. «Riuscire a fare questo lavoro vuol dire stare molto concentrato - ha ribadito ieri Sala -, è un fatto di disciplina con sè stessi. Ho promesso di stare qui fino a dicembre», per gestire le prime operazioni di smantellamento del sito, e «fino a dicembre non posso che stare concentratissimo su Expo. Poi ci penseremo». Non si scopre, ma non dice più un no risoluto. Anzi, con chi gli è più vicino ragiona sulle difficoltà di partecipare eventualmente alle primarie, fissate il 7 febbraio, avendo solo un mese di tempo per mettere a punto il programma e fare campagna. Renzi vorrebbe investirlo bypassando i gazebo, ma i candidati già in campo (Emanuele Fiano, Pierfrancesco Majorino, Roberto Caputo) non ci sentono. E la sinistra radicale, se non esclude tout court, farebbe fatica a sostenere Sala qualora superasse le primarie, figurarsi senza.
Primo banco di prova - e di imbarazzo - sull' appeal di Sala a sinistra sarà il voto sugli Ambrogini 2015 che il sindaco Pisapia consegnerà il 7 dicembre. Domani scade la consegna delle candidature e, come aveva annunciato, il capogruppo di Fi Pietro Tatarella proporrà Sala per la gestione di Expo, rimarcando che era stato indicato dall'ex sindaco di centrodestra Letizia Moratti.
Tra i nomi che i capigruppo dovranno scremare per arrivare alla rosa dei premiati ci sono il vicequestore Antonio D'Urso, picchiato dai no global durante il corteo No Expo del primo Maggio, il capo della squadra mobile Alessandro Giuliano per gli arresti alle gang di latinos e (alla memoria) Dino Abbascià, «re» dell'ortofrutta, tutti e tre proposti da Riccardo De Corato, Fdi. Marco Osnato (Fdi) propone Ale e Franz che festeggiano 20 anni da comici «in coppia» e don Giuliano Savina, che ha creduto nel «Refettorio Ambrosiano» nonostante le tante voci critiche prima dell'apertura. Fabrizio De Pasquale candida un altro volto del 1primo maggio, il notaio Giuseppe Perazzini che osò sfidare i No Expo (e si prese uova in faccia) esponendo dal balcone la bandiera tricolore mentre sotto sfasciavano auto e negozi. Proposti da Luca Gibillini e Mirko Mazzali di Sel i registi di «Io sto con la sposa», film dalla parte dei profughi, «Milano Film festival» e l'ideatore del «Mercato Metropolitano».
Alessandro Morelli (Lega) candida i controllori Atm «per resistenza alle aggressioni» e il carabiniere di Gallarate sotto inchiesta per aver sparato a un ladro in fuga. Igor Iezzi (Lega) l'editorialista Massimo Fini, «esempio di scrittore libero e trasversale». É stato anche prof alla scuola politica del Carroccio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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