«Amore e psiche», capolavori sulla favola di ApuleioAlla Villa Reale di Monza

La favola di Apuleio attraverso i capolavori archeologici della Magna Grecia e dell'arte romana, per arrivare a Tiepolo, Tintoretto, Auguste Rodin, Salvador Dalì. È questo il tema della mostra «Amore e Psiche», approdata alla Villa Reale di Monza dopo il successo a Palazzo Te di Mantova. La tappa monzese permette il confronto con la Rotonda dell'Appiani, edificio realizzato da Giuseppe Piermarini nel complesso della Villa Reale che conserva all'interno gli affreschi di Andrea Appiani del 1791 che rappresentano proprio i vari episodi della favola narrata ne «L'asino d'oro di Apuleio». In mostra reperti archeologici della Magna Grecia e dell'età imperiale romana, provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, dal Museo Archeologico Nazionale di Venezia, dalla Pinacoteca Civica di Teramo e da altri importanti Musei, Istituzioni pubbliche e private. A essi vengono accostate opere d'arte classiche di maestri quali Tiepolo, Tintoretto, Palma il Vecchio, Auguste Rodin, Salvador Dalì, Lucio Fontana, Tamara de Lempicka. Al centro il gesso di «Amore e Psiche» di Canova, di proprietà della Veneto Banca, che costituisce il modello per la realizzazione delle note sculture conservate al Louvre e all'Hermitage di San Pietroburgo. Le opere archeologiche e artistiche collocate negli spazi del Serrone della residenza neoclassica accompagnano il visitatore alla riscoperta dell'antichissimo mito di Amore e Psiche, ripreso da Apuleio nel II secolo d.C.

, che narra le vicende di Psiche, mortale dalla bellezza eguale a Venere, che diventa sposa di Amore senza mai poterne vedere il viso. La Rotonda nel 1791 venne decorata da Andrea Appiani, in occasione del ventennale di nozze degli Arciduchi d'Asburgo.

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