Anarchici e marxisti alla guida del corteo nel sabato nero

Anarchici e marxisti alla guida del corteo nel sabato nero

Un gruppo sparuto di anarchici, nemmeno una quarantina a volerli contare uno a uno, tra artefici diretti e addetti alla regia. Provenienti dal centro sociale «Telos» (l'acronimo che sta per Territorio libero occupato saronnese) di Saronno e dalle frange dei gruppi marxisti leninisti del Corvetto. Sono loro che hanno tentato di dare una matrice, di caratterizzare il corteo No Green pass che sabato pomeriggio ha sfilato, sempre più tenace, per la tredicesima settimana di fila sotto la Madonnina. Niente di drammatico o comunque di sostanzioso, s'intende: gli anarchici si sono messi in testa al corteo per dare indicazioni sulla direzione da far prendere ai manifestanti. Ma gli «addetti ai lavori» della Digos hanno subito saputo distinguere chi, rispetto alla massa frammentaria e caotica, si è distinto mostrando di capire quando dare la «clacque» per segnare il passo, invertire le rotte, creare il caos in un corteo caratterizzato da troppe anime senza leader. Così, anche se dal punto di vista dell'ordine pubblico si parla veramente di una minoranza che, per i poliziotti del Reparto mobile e i carabinieri del Battaglione non ha fatto la differenza (i bilanci finali della piazza parlano di 12mila partecipanti al corteo), non è così per l'inchiesta della Procura e per gli investigatori dell'ufficio politico della questura. Che per la prima volta hanno notato una strategia, un cambiamento di passo o comunque, nonostante l'esigua consistenza ideale, comunque un interlocutore.

Così, se al termine della manifestazione la polizia ha arrestato due persone e ne ha denunciate altre otto, accusandole d'interruzione di servizio pubblico, violenza privata, istigazione a disobbedire alle leggi e manifestazione non preavvisata (uno di loro aveva già ricevuto un Daspo alla conclusione di uno dei precedenti raduni del sabato pomeriggio in piazza Fontana, cosa che gli avrebbe dovuto impedire di scendere in piazza), sta invece valutando tra gli oltre 100 manifestanti identificati la posizione di circa quaranta persone aderenti all'area anarchica milanese e varesina per il deferimento all'autorità giudiziaria.

Con il trascorrere delle settimane la tenacia dei manifestanti è sempre più inversamente proporzionale ai loro obiettivi affastellati, che vanno da slogan come «giù le mani dai bambini» o «giù le mani dal lavoro» ad altri completamente diversi come «Draghi il popolo non ti ha eletto», «Schilirò donna non pecora» o «Tre dosi in sei mesi non è sanità, è tossicodipendenza», fino agli elementari «vai via nessuna pandemia».

Le quasi 200 denunce della Digos e le decine di Daspo del questore Giuseppe Petronzi, non sono bastati a far scendere la tensione né la partecipazione che sembrano alimentarsi (basta sentire gli slogan) sempre di un nuovo fantasma da inseguire.

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