Anche «Don don» ora è candidato di destra e sinistra

È riuscito a mettere d'accordo pure destra e sinistra a Palazzo Marino. Pare una missione impossibile, ma è roba da nulla per uno come il «donDo» (come lo chiamano tutti). Per esteso don Domenico Storri, che definire il parroco di piazza Wagner è tanto vero quanto riduttivo. Lui è uno che riesce a far stare sotto lo stesso tetto i bambini del catechismo, le mamme-bene e i matti che cura proprio lì dentro, nella parrocchia di San Pietro in Sala. Ed è proprio lui che Elisabetta Strada nella Milano di Pisapia e Giulio Gallera che sta nella Milano opposta (Pdl) hanno candidato per l'Ambrogino d'oro. Una candidatura bipartisan che per una volta trova d'accordo tutti. Ci voleva il donDo e le sue mille iniziative, come sostengono all'unisono la Strada e Gallera. Prete e psicologo con la laurea cura l'anima e il cervello di grandi e piccini. Disagi di passaggio o malattie pesanti. Lui con la sua «scuola per i genitori». Lui e i «Semprevivi», la squadra di psicologi e volontari coinvolti in un progetto che integra i malati di mente nella comunità.

Lui e la sua inesauribile energia che porta i ragazzi (sani e malati) a inerpicarsi d'estate sulle vette del Trentino perché della montagna ne ha fatta una terapia. Motivazazioni per l'Ambrogino? Per uno come il donDo fin troppe.

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