Anche Milano ha il suo «giro delle sette chiese»

Anche Milano ha il suo «giro delle sette chiese»

Non di solo Duomo vive Milano. E adesso che i turisti si affollano, può essere il momento adatto per scoprire, o riscoprire, chiese meno note, nascoste in viuzze centralissime, e piccoli capolavori sorti in una città di tradizioni cristiane antiche, dove nessuno si sorprende nel sentirsi chiamare ambrosiano.

E se la basilica di sant'Ambrogio sappiamo tutti dove sia, e un ripasso sia gioia per gli occhi, non sempre abbiamo in mente un capolavoro come Sant'Antonio abate, nascosta tra le case di via sant'Antonio da una facciata sobria, porta segreta alla stanza del tesoro. Sulla volta, affrescata nel Seicento dai Carlone, si può assistere, tra le storie della Croce, alla sua apparizione a Costantino: una rievocazione del celebre in hoc signo vinces raccontato da Eusebio di Cesarea.

Molti i dipinti nelle cappelle laterali: uno sfoggio di Cerano, Campi, Procaccini. La chiesa è nata nel XIII secolo per curare i malati di fuoco sacro, per l'appunto il fuoco di sant'Antonio, ed è uno dei tantissimi luoghi d'arte raccontati dal libro Guida alla Milano cristiana (Edizioni San Paolo, euro 9,90) che offre un primo assaggio di luoghi celeberrimi come la cattedrale dedicata a Santa Maria nascente e posticini più segreti e raccolti.

Il libro, scritto da Paolo Sartor e Massimo Pavanello, offre una serie di interessanti cammini: oltre ai percorsi più tradizionali, c'è Roma a Milano, da Porta orientale alla città multietnica, Porta Vercellina ovvero San Siro, e anche la nuovissima Milano di Porta Nuova. Per le gite fuori porta, il circuito delle abbazie e anche il cammino di sant'Agostino. È poi un interessante viaggio tra le opere sociali, come il carcere di san Vittore, spiritualmente legato alla chiesa di San Vittore al corpo, la Grangia di Monluè per l'accoglienza degli stranieri, e la Cappellanìa dei migranti nella chiesa di Santo Stefano.

Ogni chiesa ha la sua specialità, non solo estetica. Prendiamo santa Maria presso san Celso, anche lei nascosta dietro le cancellate e gli alberi di corso Italia. Costruita nel 1493, nel cuore del Rinascimento, aveva come compito accogliere un'icona miracolosa della Madonna. E per secoli le novelle spose sono venute ad offrire alla Vergine un bouquet di fiori come ringraziamento e richiesta di protezione. Una devozione viva, anche in questa Milano pragmatica e scientista.

Di fronte a Palazzo di Giustizia, eppure anche lei da ricercare con occhio attento, perché arretrata rispetto alla strada, San Pietro in Gessate, la cui architettura si deve a Guiniforte Solari: clima raccolto, dipinti del Rinascimento lombardo e la cappella Grifi, decorata con le spettacolari Storie di Sant'Ambrogio da Bernardino Butinone e Bernardo Zenale.

E c'è anche qualche chicca dedicata a Expo: si narra che alcune persone del popolo si fermassero a venerare un'immagine della Pietà, dipinta nei primi anni del Cinquecento da un artista di cui non si conosce il nome, in una piccola cappella dedicata alla Madonna della Neve, sulla via per il centro di Rho.

A volere in questo luogo la costruzione del santuario dell'Addolorata fu il cardinale Carlo Borromeo, a progettarlo Pellegrino Tibaldi, per ricordare come la sera del 24 aprile 1583 furono trovate lacrime di sangue sul volto della Madonna. Che ci si creda o no, un luogo da visitare. Termina così questo piccolo assaggio degli innumerevoli giri e giretti possibili tra le chiese della città.

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