Marco Cappato, capogruppo del Gruppo Radicale in Comune. Oggi in Consiglio regionale si vota la mozione di sfiducia alla giunta Maroni presentata dal Pd dopo l'arresto del vicepresidente Mario Mantovani. Cosa ne pensa?
«A mio parare è assolutamente insensato presentare adesso una richiesta di dimissioni a Maroni e alla sua giunta, il compito della politica non deve essere quello di andare al traino delle inchieste ma semmai di presentare proposte di buone regole e buone riforme in grado di prevenire o diminuire strutturalmente i rischi di corruzione. E non si dovrebbero usare due pesi e due misure».
Cosa intende dire?
«Che è del tutto contraddittorio che una coalizione rivendichi a Roma, dopo gli arresti per Mafia Capitale, l'autonomia della politica dalle inchieste giudiziarie, e poi a Milano quegli stessi partiti presentino una mozione per far cadere la giunta Maroni sulla base di indagini che sono ancora in attesa di giudizio. Non bisogna fare i “tifosi” delle inchieste sperando sempre che siano le inchieste “degli altri”, ma proporre nuove regole».
Nell'immediato, quali cambiamenti sarebbero utili?
«In Italia la gestione sanitaria rappresenta uno dei principali canali di consenso elettorale regionale per i partiti, tramite il controllo degli appalti, nomine, assunzioni e finanziamenti. E i direttori generali delle Aziende sanitarie sono spesso scelti in base alla vicinanza con i gruppi di potere che ruotano attorno ai partiti. Di fatto diventano dei collaboratori delle correnti politiche. Se cadesse oggi la giunta Maroni in Lombardia, i nuovi assessori di qualunque schieramento, avrebbero lo stesso potere di nomina. Ieri ho presentato in Consiglio comunale una mozione perché Milano solleciti sia Parlamento che Regione a interrompere questo sistema. Purtroppo è stata bocciata, sia dal Pd che dalla minoranza».
Chi dovrebbe nominare queste figure strategiche?
«La scelta dei direttori Asl andrebbe affidata a società nazionali ed internazionali specializzate. Compito della politica è indicare linee programmatiche per la salute e la sanità, fissare obiettivi quantitativi chiari anche nei tempi per le Asl e valutare il raggiungimento».
Il suo movimento è tradizionalmente garantista. Cosa pensa dell'arresto del vicepresidente Mario Mantovani, ex assessore alla Sanità?
«La carcerazione deve
essere un fatto del tutto eccezionale, collegato a pericolo di fuga o inquinamento delle prove. Qui sono passati 14 mesi dal termine del deposito delle motivazioni delle indagini all'arresto, è qualcosa che lascia stupefatti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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