Anche telecamere private collegate per la sicurezza

Tutte le immagini registrate utili per le indagini. Appello a farmacie, banche, negozi e cittadini

Anche telecamere private collegate per la sicurezza

Un appello a tutti i privati, banche, farmacie commercianti, associazioni, liberi cittadini in nome della comune sicurezza e della tutela di chiunque frequenti un luogo pubblico. È il progetto «anagrafe telecamere», prima attuazione pratica del protocollo «Vittime vulnerabili» siglato a settembre dall'assessorato alla Sicurezza del Comune, dalla Prefettura, dalla Procura della Repubblica. Obiettivo: mettere insieme le forze per velocizzare i tempi della giustizia, o in modo particolare delle indagini e della percezione della sicurezza.

Si tratta di una mappatura georeferenziata che permette alle forze dell'ordine di conoscere quali telecamere, di chi, in che momento siano puntate su luoghi pubblici nei casi in cui vengano commessi reati come rapine, furti, violenze, aggressioni. è necessario incrementare il patrimonio di dati, o meglio di immagini per «aumentare l'efficacia della prevenzione e delle indagini» come ha spiegato il prefetto Renato Saccone.

Non solo, anche costruire uno strumento di collaborazione tra società civile e Stato nelle attività di controllo del territorio. «Una collaborazione - aggiunge il vicesindaco e assessore alla sicurezza del Comune, Anna Scavuzzo, che deve essere globale: non si tratta solo quindi di iscrivere le proprie telecamere all'anagrafe e quindi a mettere a disposizione di eventuali indagini le immagini registrate nello spazio pubblico, ma anche per esempio, di occuparsi della manutenzione e dell'aggiornamento del proprio sistema di videosorveglianza, ma anche della manutenzione del sito per esempio. E non mi rivolgo solo ai privati cittadini ma anche alle associazioni di categoria che hanno aderito come, per esempio, Federfarma o alle istituzioni come la Regione».

«La percezione dei milanesi - commenta il procuratore capo di Milano Francesco Greco - è di assoluta insicurezza e abbandono. Ecco allora che il primo passo di questo protocollo è stata la protezione delle vittime vulnerabili, che sono le farmacie, al primo posto della classifica delle rapine. Le telecamere, che ogni privato o titolare di negozio diciamo mette all'interno non sono certo sufficienti per le indagini, il problema è capire cosa succede prima o dopo o comunque fuori dalle farmacie, per esempio quando il rapinatore si muove a volto scoperto per poterlo identificare.

I dati, su base volontaria per chi aderisce all'iscrizione all'Anagrafe, che vengono censiti sono il proprietario e il gestore dell'impianto, il periodo di funzionamento delle telecamere e la durata della registrazione immagini.

Il Comune di Milano ha realizzato un apposito sito per la condivisione dei dati con tutte le Forze dell'Ordine e la magistratura.

La partecipazione all'iniziativa valorizza, senza costi aggiuntivi, il proprio investimento in sicurezza privata, beneficiando al contempo dell'adesione altrui. IN sostanza il concetto è che l'unione fa la forza. L'efficacia dello strumento - dicono quindi da Palazzo Marino - cresce al crescere della sua diffusione.

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