Ancora nessuna denuncia dopo il blitz dei No Tav nel palazzo del Comune

Ancora nessuna denuncia dopo il blitz dei No Tav nel palazzo del Comune

La Digos non ha ancora denunciato nessuno dei ragazzi del centro sociale «Il Cantiere» che martedì hanno invaso la sala Alessi del Comune prima del convegno del procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli (nella foto). «Ci stiamo lavorando» dicono gli investigatori milanesi, ma è chiaro che nessuno finirà in carcere. I capi d’accusa che verranno contestati ai ragazzi denunciati a piede libero sono abbastanza «famigliari» a chi si occupa di cortei, centri sociali e Antagonisti in genere: la manifestazione non autorizzata innanzitutto e poi la violenza privata (un vigile si è leggermente ferito mentre trascinava fuori uno dei giovani da Palazzo Marino, ndr) e, nel caso si configurasse («la loro - sottolinea, però, la polizia - è stata una resistenza passiva») il reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Molto più pesante, invece, la posizione degli autori del sabotaggio incendiario della centralina ferroviaria milanese sulla massicciata tra il cavalcavia Buccari e via Gatto. Se venissero identificati e trovati l’accusa per loro è di danneggiamento aggravato e associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di eversione dello Stato. E in carcere rischiano di starci dai cinque agli otto anni abbondanti.
Intanto ieri mattina, poco dopo le 11, una busta sospetta è stata recapitata al consolato generale britannico nella centralissima via San Paolo.

La missiva, che solo al tatto, sembrava contenere qualcosa di strano, è stata segnalata alla Digos: oltre all’indirizzo a cui era stata spedita, infatti, la busta riportava sul retro solo un indirizzo, via Pioppi, ma né il nome di un mittente e nemmeno la località di provenienza. Gli artificieri giunti sul posto hanno accertato che all’interno c’erano solo piccole micce, petardi senza alcun potere esplosivo. E nessuna rivendicazione.

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