Assicura «come assessore e come architetto» che per fine marzo la Città delle Culture sarà inaugurata. Parola di Stefano Boeri, impegnato in questi giorni alla Biennale di Architettura, che proprio due giorni fa ha incontrato a Venezia il vincitore del progetto, David Chipperfield per fare il punto sul cantiere. Dopo anni di ritardi finalmente sembra che il nuovo polo della creatività contemporanea, che sorgerà all'ex Ansaldo, sia in direttura d'arrivo. Il progetto, del valore di 60 milioni di euro (32 milioni il costo delle opere) risale al lontano 2006, (la delibera è del primo dicembre 2006, mentre il progetto esecutivo è stato approvato il 21 dicembre 2007) avrebbe dovuto vedere la luce nel 2011 a dieci anni dal concorso. «Siamo alla fase conclusiva del cantiere: dobbiamo definire - spiega l'assessore alla Cultura Boeri - gli arredi, i rivestimenti, per marzo sarà ultimato». Nessuno stravolgimento del progetto, dal punto di vista architettonico e museale, mentre il «concept è tornato quello originario: il museo delle culture ha avuto una serie di interpretazioni che ho preferito riportare all'idea iniziale - spiega -. Racconterà le culture del mondo, in rapporto al contemporaneo». Basta con la statica concezione di esposizione delle collezione etnografiche - «l'idea del museo come esposizione statico di una collezione sta morendo nel mondo» -: «sarà uno spazio duttile che ospiterà grandi mostre temporanee facendo così dialogare le culture del mondo tra passato e presente» racconta l'archistar. Non tutta la civica collezione etnografica sarà ospitata nei cinquemila metri quadri in cristallo e acciaio: una parte sarà esposta nell'edificio di fronte, mentre nel'edificio di Chipperfield saranno allestite grandi rassegne tematiche. Nell'ex polo industriale di mattoni rossi troverà sede anche il forum delle Città Mondo, il forum delle comunità straniere a Milano che collaborerà alle esposizioni.
«Mancava un museo delle culture - sostiene Boeri -: la sua specificità? Sarà interdisciplinare, coinvolgerà tutte le arti nel raccontare le culture del pianeta, e farà dialogare presente e passato. Non è casuale nemmeno la nomina di Marina Pugliese, direttrice del Musoe del '900 a capo di via Tortona 56. Realizzare un museo etnografico in senso stretto come quello di Quai Branly di Parigi per noi non avrebbe avuto senso perchè le collezioni civiche non possono equiparare quelle di un grande paese coloniale come la Francia, i nostri modello sono è il Moma, con cui siamo in contatto, Bruxelles e Chicago. La Città delle Culture sarà un museo nuovo nel suo genere». Già in primavera potremo avere un saggio di quanto intende Boeri: la prima sarà una grande mostra sulla cultura delle famiglia nel mondo, vista attraverso le arti, ispirata alla esposizione del '56 al Moma, curata da Francesco Bonami, dopo di che toccherà a quella sull'Apartheid a cura di Okwui Enwezor, uno dei curatori più autorevoli, direttore della Haus der Kunst di Monaco, che potrebbe ricoprire anche altri incarichi.
L'ex complesso industriale nel cuore di zona Tortona non ospiterà solo la Città delle Culture: accanto ai laboratori scenografici della Scala e i palcoscenici di prove, troveranno spazio il Museo delle Marionette dei fratelli Colla e Oca, le officine creative giovanili.
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