Antifascisti ma complici di antisemiti

Antifascisti  ma complici  di antisemiti

I responsabili della Comunità ebraica di Milano hanno chiesto pubblicamente che il consiglio comunale discuta e condanni i fatti avvenuti nel corso della manifestazione del 9 dicembre. Ho già fatto sapere loro che sono disponibile e la chiederò in occasione della prima riunione dei capigruppo.

Aggiungo un altro elemento: la maggioranza metta da parte la mozione settaria e liberticida in cui si parla di antifascismo, ma si colpisce solo chi non la pensa come loro. Scriviamo e votiamo insieme piuttosto un documento che condanni i preoccupanti rigurgiti di neonazismo e insieme anche l'antisemitismo di matrice islamista. Sono due elementi da equiparare, perché gli skinheads che irrompono in una sede di volontari a Como non sono più esecrabili di chi per le strade del centro di Milano grida «Khaybar, khaybar, l'armata di Maometto ritornerà», inneggiando allo sterminio di ebrei. Non c'è un episodio orwellianamente «più uguale» dell'altro, solo perché i primi sono contro gli immigrati e i secondi no.

L'islamismo politico che presta ragioni confessionali al jihadismo ha lo stesso contenuto totalitario della xenofobia di certi movimenti di estrema destra. E gli episodi come quelli avvenuti il 9 dicembre non sono etichettabili semplicemente come fascismo, cosa che si è furbescamente affrettato a fare il sindaco Sala, quasi ad offrire un motivo d'urgenza alla mozione settaria e liberticida dei partiti che lo appoggiano. Questo confonde le acque e non guarda in faccia un fenomeno che ha la sua fisionomia e su cui la maggioranza di Palazzo Marino che per motivi storici tutti italiani non ha mai sviluppato una vera coscienza antitotalitaria è bene cominci a riflettere. Altrimenti vivrà di ambiguità e contraddizioni. Allora bene ha fatto il Pd a denunciare quanto accaduto il 9 dicembre.

Tuttavia non basta. Specie se suoi eletti in Comune, intervistati in tivù da Lilli Gruber, cercano di giustificare più che prendere le distanze dal dato di un ricercatore del King's College, secondo il quale il 61% dei musulmani intervistati considera «gli ebrei responsabili di ogni male». Non basta esporre denunce se la giunta comunale sostiene i progetti del Caim, anche contro la violenza sulle donne, se poi questa stessa realtà associativa firma accordi per la formazione dei propri imam con la Diyanet, la Direzione per gli affari religiosi del neocaliffo Erdogan. Questa agenzia proprio qualche giorno fa ha pubblicato un'interpretazione per la quale il matrimonio evita l'adulterio e per tanto è consigliabile contrarlo appena si entra nella pubertà, quindi già dai 9 anni per le donne. Non bastano le azioni legali di Fiano e Bussolati.

Anche se giuste, come quella sui fatti del 9 dicembre, e non certo quelle contro chi come Maryan Ismail e il sottoscritto indicano col dito la luna «islamista» e vengono citati per diffamazione dai dem, che poi fanno marcia indietro e ritirano la querela. Tutto ciò non basta davvero. Serve la politica. Servono posizioni politiche chiare e inequivocabili.

Matteo Forte,
consigliere comunale

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