Anziana assistita in una Rsa La sorella rivuole la pensione

La signora M.G.L. è scomparsa il 28 febbraio del 2014. Aveva già superato i 65 anni, era invalida e priva di un rete parentale che potesse assisterla a casa quando il Comune l'ha presa in carico e l'ha ricoverata nel novembre del 2004 presso la Rsa Famagosta, casa di riposto in cui l'anziana è rimasta per quasi dieci anni, fino al decesso. Le spese per le cure e l'assistenza nel periodo si sono aggirate intorno ai 178mila euro, cifra che il Comune ha parzialmente coperto trattenendo le somme incassare dalla signora M.G.L. con la pensione, per un totale di circa 141mila euro. Dopo la morte dell'anziana, l'amministrazione ha scoperto che la sorella, unica erede, aveva ereditato una somma di 10.465 euro e con una lettera raccomandata a maggio 2014 ne ha chiesto il versamento, a titolo di rivalsa.

Non solo la sorella tramite il suo legale ha contestato allora la richiesta ma ha preteso la restituzione dei 141mila euro della pensione sostenendo che le spese per il ricovero andavano addebitate esclusivamente al Sistema Sanitario. Tre anni dopo, lo scorso 11 dicembre di fronte al silenzio del Comune la donna ha notificato un atto di citazione per confermare la richiesta. Il caso si sposta in tribunale, prima udienza il 17 aprile.

ChiCa

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica