Aperitivo in concerto: 30 anni a tempo di musica

Il festival del teatro Manzoni festeggia il suo compleanno con una stagione ricca di ospiti. Si parte con Morelenbaum

Aperitivo in concerto: 30 anni a tempo di musica

Torna, e in grande stile, uno degli appuntamenti più amati dal pubblico dei musicofili. Compie trent'anni «Aperitivo in concerto», il festival del Teatro Manzoni che ha scompaginato il palinsesto dei concerti cittadini, introducendo quella meravigliosa usanza del matinée, tanto in voga nelle capitali del mondo. «Oggi Milano è una capitale della musica suonata in tutti i generi, ma non ho timore a dire che questa manifestazione ha fatto da apripista» dice Gianni Gualberto Morelenbaum, storico direttore artistico della kermesse fondata da Fedele Confalonieri. Non ha torto, perché dopo l'«Aperitivo» sono fioriti festival e stagioni concertistiche anche in controtendenza rispetto ai capisaldi di una città da sempre capitale della musica. E tra i vanti - come quello di aver portato sul palcoscenico della domenica mattina mostri sacri del jazz, della classica e della world music - c'è anche il fatto che tutto ciò nasce dall'amore per la musica di un soggetto privato. «Mai come in questo caso - sottolinea Gualberto - un'azienda come Mediaset ha messo tutti d'accordo e con Fedele Confalonieri, che è un grande esperto e conoscitore, sono stati anni di reciproco nutrimento culturale». Dopo trent'anni, «Aperitivo in concerto» è diventato un appuntamento istituzionale che ha avuto il merito di fidelizzare un pubblico trasversale e transgenerazionale, in costante aumento anno dopo anno. «Ormai - dice Gualberto - oltre un terzo degli spettatori è abbonato alla rassegna, merito anche di una politica dei prezzi democratica e incoraggiante». Il trentennale è un appuntamento importante che legittima l'amarcord. E per questa nuova edizione, che aprirà il 19 ottobre per concludersi il 15 marzo, non è casuale il ritorno di grandi artisti che hanno fatto un po' la storia di questo festival. Su tutti spicca un focus sul Brasile «che ha generato vere e proprie pietre miliari per la musica di tutti i tempi», sottolinea Gualberto. Ad inaugurarlo saranno il violencellista Jacques Morelenbaum e sua moglie Paula, entrambi discepoli di Antonio Carlos Jobim, e poi ancora il complesso vocalist dei Barbatuques (23 novembre) e il quintetto di Roberto Menescal e Wanda Sà (18 gennaio). Ma a rendere omaggio al Brasile sarà anche una tra le più riconosciute concertiste classiche, la violinista Viktoria Mullova che concluderà la stagione con una performance emblematicamente intitolata «Tradivarius in Rio». Riflettori puntati, ovviamente, anche sul jazz che vedrà sul palcoscenico del Manzoni più generazioni di artisti, come nel caso del veterano Charles Lloyd (9 novembre) e dei talentuosi pianisti Jason Moran e Robert Glasper (16 novembre).

Il 30 è invece atteso il Delta Saxophone Quartet, una fra le migliori formazioni di sassofoni al mondo, mentre uno sguardo alle nuove frontiere della musica dal mondo arriverà dalle performance del fisarmonicista finlandese Kimmo Pohjonen e del batterista francese Eric Echampard (8 febbraio) e poi con il concerto dei newyorkesi Zion80 (15 febbraio). Tra le «chicche», infine, l'8 marzo il jazz incontrerà la musica contemporanea con l'inedita collaborazione fra il sassofonista Tim Berne e l'ensemble Sentieri selvaggi.

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