Apre le porte il Mudec Il museo avrà il nome dell'archeologo eroe

Presentata la collezione di via Tortona Un'ala sarà dedicata a Khaled al-Asaad Prove di pace con l'archistar Chipperfiel

Tra poco più di un mese il Mudec - il Museo delle Culture sorto nell'area ex Ansaldo in via Tortona - inaugura ufficialmente la sua collezione permanente e un variegato programma di mostre. È vero: il taglio del nastro risale alla scorsa primavera e per tutto il semestre Expo il Mudec resta aperto (50mila i visitatori, finora), ma ora si cambia passo.

Accantonate le polemiche - resta un accertamento tecnico per sistemare il «pavimento della discordia» che ha contrapposto il Comune e David Chipperfield, l'archistar che ha firmato il progetto del museo, invitato all'inaugurazione - dal 28 ottobre il Mudec presenterà al pubblico il meglio di quanto ha da offrire: una selezione di 200 opere sulle 8mila in possesso delle raccolte etnografiche del Comune. Il percorso, in sette sezioni, presenta oggetti, tessuti, strumenti musicali e testimonianze dal Medio e Lontano Oriente, dalle Americhe, dall'Africa e dall'Oceania. Vastissimo l'arco temporale delle opere esposte: dall'arte pre-ispanica in Perù nel 1.200 avanti Cristo al Novecento, un viaggio nell'arte etnica che si trasforma anche in una riflessione su come è cambiato il collezionismo milanese nel corso dei secoli. L'esposizione, che fino al 31 agosto 2016 sarà visitabile gratuitamente, parte dalla Collezione Settala, frutto del genio di un canonico seicentesco lombardo appassionato di esotico, procede con i ritrovamenti durante i viaggi di evangelizzazione, continua con il periodo coloniale e la scoperta dei «trofei africani» e ancora con la scoperta, grazie all'ampliamento del commercio, dell'arte cinese e giapponese, e chiude con il contributo del collezionismo privato meneghino nel Dopoguerra (pezzo forte: la «Femme nue» di Picasso, studio per le celeberrime «Les Damoiselles d'Avignon»).

Al Mudec saranno visitabili anche i depositi e il museo, che ospiterà il Forum della Città Mondo delle 500 associazioni di comunità straniere a Milano, dedicherà un suo spazio anche a Khaled al-Asaad, l'archeologo siriano che un mese fa ha perso la vita per difendere il patrimonio archeologico di Palmira. Il progetto «educational» per gli under 12 s'ispira all'approccio del Tropenmuseum Junior di Amsterdam: il Mudec Junior sarà negli spazi della Stecca davanti al museo, con un percorso espositivo interattivo, attività e laboratori dedicati alle culture di un singolo Paese (il primo anno tocca al Marocco).

La partnership tra comune e «24Ore Cultura» prevede un calendario di mostre temporanee, a pagamento, con l'obiettivo dichiarato dalla stessa Natalina Costa, ad del gruppo, di ampliare il bacino dei visitatori. Rispondono pertanto all'esigenza le mostre in agenda dal 28 ottobre, quali quella dedicata a «Barbie. The icon», un omaggio ai 56 anni di vita della bambola più famosa al mondo. Di richiamo anche la monografica «Gauguin. Racconti dal paradiso», che porta a Milano una settantina di opere del maestro impressionista affascinato dall'arte etno, da quella bretone a quella cambogiana e polinesiana. Due sale saranno poi dedicate a una mostra alla coppia Anni e Jesf Albers, i campioni del modernismo novecentesco appassionati di arte messicana e andina.

In attesa della nomina del comitato scientifico e del bando internazionale per individuare il nuovo direttore, l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno ha annunciato per il 2016 tre progetti dedicati ad artisti del Novecento «innamorati» di culture lontane: Joan Mirò, Jean-Michel Basquiat e Frida Kahlo.

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