Archistar danesi a casa dell'acqua

La nuova factory San Pellegrino sarà disegnata da Bjarke Ingels

La vittoria è Big. Ha prevalso il progetto del Bjarj Bjarke Ingels Group («Big») - l'avveniristico studio di architetti, designer, costruttori e creativi, fondato nel 2005 proprio dal giovane ma geniale Bjarke Ingels con base a Copenhagen, New York e Londra - sul poker di archistar impegnate nei progetti per la realizzazione della nuova flagship factory della San Pellegrino, cioè lo stabilimento in val Brembana dove viene prodotta la leader mondiale del mercato delle acque da tavola nonché la maggiore realtà nel campo del beverage in Italia. A raccogliere la sfida lanciata dal presidente del gruppo San Pellegrino Stefano Agostini e da Giorgio Mondovì del responsabile per il colosso Nestlé di tutte le attività di San Pellegrino del mondo, oltre ai danesi, c'era il milanesissimo studio De Lucchi, gli olandesi dell'Mvrdv e il norvegese Snøhetta. Tuttavia «Big» - attualmente impegnato, fra gli altri, in progetti come il Google Campus a Mountain View, in California e del World Trade Center 2 a New York - ha sbaragliato tutti con la fabbrica e l'Experience Lab che affioreranno tra 4 anni (questo il tempo previsto per i lavori) dall'ambiente naturale così come l'acqua minerale sgorga dalla sorgente. Il progetto prevede un investimento complessivo di 90 milioni di euro.

«La nuova casa dell'acqua minerale - ha spiegato ieri alla Fondazione Feltrinelli Bjarke Ingels durante l'incontro presentato dalla giornalista Federica De Sanctis di Sky San Pellegrino Flagship Factory - La Fabbrica del futuro per far vincere il made in Italy - nasce anche dall'ottica di un rapporto virtuoso con le comunità locali e il territorio, verso le quali il gruppo San Pellegrino e ovviamente la multinazionale svizzera «Nestlé» - che nel 1988 oltre alla nota acqua minerale che prima di arrivare nei nostri bicchieri scorre 30 anni nella roccia, ha acquisito Levissima, Acqua Panna, Vera e Recoaro - si sono sempre posti in una posizione di ascolto, sostegno e cooperazione».

Il progetto si pone l'obiettivo di armonizzare l'estetica dello stabilimento con l'ambiente circostante e creare i presupposti - logistici e culturali - per valorizzare la vocazione turistica della val Brembana come luogo d'orine dell'acqua minerale, emblema del gusto e dello stile italiano.

Inoltre la cooperazione tra il pubblico e il privato creerà un modello virtuoso per riqualificare il territorio e rilanciare l'immagine di tutta la val Brembana nel mondo generando certamente effetti positivi sull'occupazione.

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