Toccherà al presidente della Regione, e quindi per il momento al governatore Roberto Formigoni, la presidenza del Cda della Fondazione Arcimboldi pronta a essere costituita. Così è previsto nello statuto stilato e approvato ieri dalla giunta. Un passo importante dopo il periodo di transizione succeduto al ritorno della Scala nella sede storica del Piermarini restaurato. Periodo durante il quale la gestione del teatro è stata affidata all’assessore alla Cultura, Stefano Zecchi. Ma non è tutto. Sembra, infatti, che dalla prossima stagione dalle parti della Bicocca si potrà sentire parlare sempre più russo. Zecchi, infatti, confessa che il Bolshoi, uno dei teatri più famosi del mondo, avrebbe chiesto ospitalità proprio al palcoscenico degli Arcimboldi. Imponenti lavori di restauro, infatti, lo terranno chiuso a lungo. E, per non far tacere del tutto il cartellone, i responsabili dell’istituzione moscovita starebbero pensando a una trasferta milanese. «Un riconoscimento al prestigio del nostro teatro - sottolinea il vicesindaco Riccardo De Corato -. Alla faccia di chi ci rimproverava di aver costruito una cattedrale nel deserto».
Tornando alla fondazione, il Cda sarà composto da quattro membri. Con la possibilità, però, di ampliare il numero fino a sette. Per il momento ci saranno il Comune con due rappresentanti e la Regione con uno. Oltre, ovviamente, al presidente, il cui voto sarà decisivo. Più che soddisfatto il sindaco Gabriele Albertini. «Gli Arcimboldi - spiega - è sempre stato considerato a torto figlio di un dio minore, una costola senza avvenire della Scala. Invece è stato il teatro dei record, fin dalla sua costruzione in soli 27 mesi. Nel periodo recente è stato amministrato con competenza, qualità dell’offerta, grande afflusso di pubblico dalle cinque fondazioni teatrali milanesi che hanno collaborato con il Comune ed ora si avvia ad un futuro di grande stabilità gestionale grazie all’ingresso nel diritto privato e alla leadership assunta dalla Regione. I criteri ispiratori dello Statuto, apertura al capitale privato e proporzionalità tra conferimento delle risorse e responsabilità di gestione saranno per il teatro la migliore garanzia per un avvenire di trasparenza, efficienza e qualità».
«Per ora - spiega Zecchi - partecipano il Comune e la Regione in collaborazione con la Fiera. Ma, ovviamente, la Fondazione è aperta a tutti». Per entrare a far parte del «consiglio d’indirizzo» con diritto al voto sarà sufficiente un versamento di almeno 500mila euro. Chiaramente stabilita, già nel testo dello statuto, anche la vocazione del teatro che metterà in scena «danza, musica classica e contemporanea, opera lirica, musica d’autore, musical, jazz, tatro di prosa e operetta». Il Comune, dunque, metterà nel patrimonio della Fondazione il diritto d’uso del teatro, Regione Lombardia e Fiera, in cambio, verseranno 15 milioni di euro nei prossimi dieci anni.
Dai soggetti fondatori della fondazione rimangono fuori, per il momento, sia la Scala che Palazzo Isimbardi. «La Provincia - spiega Zecchi - a un certo punto si è sfilata forse perchè credeva che il progetto potesse essere un buco nell’acqua».
Il Comune, attraverso le cinque fondazioni teatrali (Franco Parenti, Piccolo Teatro, Pomeriggi Musicali, Scala, Verdi) e sotto la direzione di Paolo Arcà continuerà a gestire comunque il teatro della Bicocca fino alla fine di quest’anno. «Un successo insperato - commenta Zecchi - con un incasso medio di 70-80mila euro a serata».
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