Una lettera al prefetto Gian Valerio Lombardi, unaltra al questore Paolo Scarpis. I residenti di via Triboniano non ce la fanno più e chiedono il porto darmi per difendersi dai rom. Nelle missive, anche un dossier sui furti subiti negli ultimi cinque anni. «Qualcuno intervenga perché se no ci mettiamo a sparare», è il coro di chi abita nei dintorni del campo nomadi.
«Hanno ragione, il diritto allautodifesa è sacrosanto - spiega Carla De Albertis, assessore comunale alla Salute - Le statistiche lo dicono da tempo: nomadi e compagnia varia sono dediti al furto e anche a reati peggiori. La gente onesta deve tutelarsi, rispettando i limiti previsti dalla legge sulla legittima difesa». Meno daccordo è invece Marilena Adamo, capogruppo dellUlivo cittadino. «Sono favorevole alle iniziative per far rispettare lordine e la legalità, ma la giustizia fai da te non ha senso. Daltronde non mi sembra che nei paesi dove le armi sono più diffuse non ci siano problemi analoghi». La situazione in via Triboniano sembra però essere giunta a un punto di rottura, con i residenti esasperati e pronti ad agire, e i rom sempre più stretti in una distesa di roulotte e baracche sovraffollata. Urge una soluzione, ma quale? Nei giorni scorsi lassessore provinciale ai Diritti dei cittadini, Francesca Corso, ha rilanciato la proposta di creare mini-campi nellhinterland dove ospitare i rom di via Triboniano. Nelle prossime settimane ne discuterà in un tavolo comune con lassessore alle Politiche sociali della giunta Moratti, Mariolina Moioli. Su questa opzione, De Albertis e Adamo convergono: «È una proposta seria per cancellare quella che è una vergogna per Milano», dice lAdamo. «I mini-campi consentono alle forze dellordine di sorvegliare meglio lattività dei rom», concorda la De Albertis. La capogruppo dellUlivo, inoltre, ritiene opportuna una cooperazione tra maggioranza e opposizione per risolvere il problema.
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