Arriva il marchio «no slot» su metrò e treni lombardi

«No slot». Ragazzi, pendolari, passeggeri che salgono su bus, tram, metro, treni, tutti noi vedremo un bollo con questa scritta, l'ultima zampata della Regione per allontanare i cittadini dalla tentazione del gioco, che può degenerare in grave patologia con rischi non solo psicologici ma fisici. «Il marchio No slot sarà visibile a migliaia di lombardi ogni giorno» assicurano gli assessori regionali al Territorio e urbanistica, Viviana Beccalossi, e alle Infrastrutture e mobilità, Alessandro Sorte. Il bollino è il frutto della delibera approvata dalla giunta, fautrice di un accordo tra l'ente regionale con le associazioni di trasporto pubblico regionale e locale, ovvero Anav (Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori), Asstra (Associazione trasporti), e con le aziende Trendord, Atm, Rfi, Ferrovienord e Navigazione Lago d'Iseo. «L'iniziativa può essere un valido deterrente, in particolare per i giovani, e per tutti i 670mila pendolari. Si tratta, quindi, di una scelta civile in linea con la politica regionale contro l'abitudine di scommesse» ribadiscono la Beccalossi e Sorte. La strategia regionale contro il fenomeno dell'istinto all'azzardo, nato con l'uomo, è esempio di un'azione di coordinamento tra istituzioni, associazioni e enti anche per l'intero territorio nazionale, una complicità sostenuta ieri nel workshop itinerante, «In nome della legalità», tenutosi nella sala Toscanini del palazzo delle Stelline, organizzato da Codere. Dai dati forniti da Armando Iaccarino, direttore dell'ufficio governo, accertamento e riscossione dell'Aams centrale di Roma gli interventi compiuti fino ad ora a Milano e Lombardia hanno portato a una recessione delle sale, passate dalle 6.078 del 2014 alle 5.846 del 2015, e sul tutto territorio nazionale si parla di una di una riduzione del 10 per cento complessiva per tutti gli esercizi che offrono qualsiasi tipo di tentazione al gioco.«Fondamentale è l'apporto dell'educazione della famiglia e della società. Indispensabile ridurre la pubblicità. Necessario il coordinamento tra lo Stato con i Comuni e le Regioni, ai quali devono essere dati più poteri» ha specificato il senatore Franco Mirabelli, presentatore e relatore del ddl sulla Disposizione in materia di gioco. Materia che, non si può dimenticare, significa secondo l'Aams un volume di oltre 84 miliardi di euro, con un ritorno in vincite pari a quasi 67 miliardi nel 2014. Il fisco ne ha guadagnato quasi 8 miliardi. Nello stesso periodo in Lombardia si è giocato per un totale di 13,847 miliardi e i giocatori hanno ricevuto 10,612 miliardi in vincite.

Per quanto riguarda l'aspetto sanitario, il professor Emilio Sacchetti, ordinario di Psichiatria all'Università di Brescia, ha sostenuto: «Per alcune sue abitudini il giocatore d'azzardo è più soggetto a contrarre gravi patologie fisiche».

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