Armi da guerra, auto rubate, giubbotti anti proiettile, passamontagna: tutto l'occorrente per assaltare furgoni portavalori. I carabinieri hanno trovato e sequestrato l'arsenale in un capannone industriale di Senago, non lontano da Milano, che era diventato la base logistica di una banda di rapinatori. Un 44enne pregiudicato, che gestiva l'attività di laboratorio nel capannone, è stato arrestato.
Il blitz dei carabinieri della Compagnia di Desio e del Comando provinciale di Milano è scattato nella notte tra giovedì e venerdì. Il covo si trovava in una struttura che ufficialmente era destinata alla lavorazione di metalli. L'intestataria del capannone, che si trova in via Europa in una zona industriale isolata ma non troppo fuori dal centro abitato e vicina alle grandi arterie di comunicazione, era la moglie dell'uomo arrestato con le accuse di detenzione di armi illegali e da guerra e ricettazione. Il pregiudicato, residente a Limbiate, si trovava nel laboratorio al momento dell'arrivo dei militari e non ha fatto resistenza. La donna invece, secondo gli inquirenti, non sapeva delle attività illecite del marito. Grazie alle indagini e agli appostamenti durati alcune settimane e nati dalle segnalazioni di un via vai sospetto di auto anche durante la notte, i carabinieri hanno ricostruito che l'immobile era usato per nascondere le vetture rubate pronte per i colpi e appunto le armi dei rapinatori.
I militari hanno sequestrato quattro kalashnikov AK-47 con caricatore e munizioni, un fucile a pompa calibro 12, due pistole semiautomatiche Glock con matricola abrasa e una Beretta calibro 7,65. Tutte le armi erano cariche e pronte a sparare. Nel capannone c'erano inoltre sei auto, tutte risultate rubate: due suv e quattro Alfa Romeo Giulietta. All'interno c'erano alcune bottigliette piene di benzina, che dovevano servire a dare fuoco alle macchine dopo gli assalti. Ancora sono stati trovati: giubbotti anti proiettile, passamontagna, chiodi a stella cosiddetti «azzoppamuli», ricetrasmittenti, disturbatori di frequenze radio, mototroncatrici e altri attrezzi utili per tagliare la carrozzeria dei furgoni portavalori.
Le indagini del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano e Monza vanno avanti. Lo scopo è capire da chi fosse composta la banda e quali rapine stesse preparando.
Uno degli obiettivi principali sarebbe stato un furgone portavalori con a bordo oltre 10 milioni di euro che doveva transitare nella zona. Non è escluso però che i rapinatori si muovessero anche al di fuori dei confini regionali. Sembra comunque che nessuno degli operai del laboratorio di metalli fosse coinvolto.
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