Asilo degli orrori: il Riesame decide sugli arresti

Il pm chiede il giro di vite per la maestra e il titolare: «C'è stato anche sequestro di persona»

I maltrattamenti subiti dai bimbi dell'asilo «Baby World» di viale Sarca arrivano in tribunale e scoppia la battaglia legale. Da una parte la Procura, che chiede un inasprimento delle misure cautelari e l'aggiunta del reato di sequestro di persona a quello di maltrattamenti aggravati. Dall'altra i difensori degli indagati Enrico Luigi Piroddi e la compagna Milena Ceres, titolare e coordinatrice del nido alla Bicocca, che contestano entrambe le richieste.

A decidere sarà, entro il fine settimana, il tribunale del Riesame. Già all'indomani degli arresti in flagrante dello scorso 27 luglio il pm Gianfranco Gallo (ora in congedo di paternità e sostituito da Antonio Cristillo) aveva impugnato la decisione del gip Stefania Pepe. Il giudice aveva infatti mandato ai domiciliari Ceres e liberato Piroddi, con il divieto di svolgere l'attività di educatore per un anno. Anche se il Riesame dovesse decidere per il giro i vite però, ordinando i domiciliari anche per l'uomo accusato di aver lasciato fare la compagna, questo non sarebbe immediatamente esecutivo. Agli indagati resterebbe la carta del ricorso in Cassazione.

Nel cosiddetto «asilo degli orrori» sarebbero stati maltrattati 14 bambini tra i due mesi e i tre anni di età. I carabinieri monitoravano da tre mesi la scuola con telecamere nascoste e hanno documentato schiaffi, insulti, strattoni e ore di isolamento in uno spogliatoio inflitte ai piccoli dalla maestra. Oltre a un morso sul viso di un bimbo: la «goccia» che ha fatto scattare le manette. Per il pm, le vittime sono state legate «con delle cinghie e costretti a stare al buio, chiuse in una stanza come forma di punizione» per non essere abbastanza obbedienti. Nel tentativo di liberarsi, uno dei bambini «si è anche procurato delle ferite». Da qui l'ipotesi di sequestro di persona. I legali Jacopo Pensa e Paola Boccardi tuttavia sostengono che «i bambini sono sempre rimasti all'interno dell'asilo. Perché si possa configurare il sequestro di persona - spiegano - gli educatori avrebbero dovuto portarli in un luogo diverso, non basta metterli in una stanza diversa rispetto ai compagni». Inoltre i piccoli alunni avrebbero dovuto «percepire distintamente di essere privati della libertà personale», cosa impossibile data la loro età.

Concludono i difensori, che hanno anche depositato le memorie dei loro assistiti: «Ceres e Piroddi sono professionisti qualificati e hanno ricevuto attestati di stima e riconoscimenti anche da parte delle mamme dei loro allievi. Tutti gli episodi contestati risalgono solo agli ultimi due o tre mesi, quando qualcosa si era incrinato, soprattutto per quanto riguarda la Ceres».

CBas

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