Una notte da incubo. Paura, rabbia e anche qualche danno. Non poteva concludersi in modo peggiore, per lei, il 2014 - l'anno che le ha portato l'Ambrogino d'oro del Comune. Eppure Gabriella Baio continua a non abbassare la testa, di fronte a quelli che chiama «delinquenti figli di papà» e «nazisti», che l'altra notte hanno letteralmente assediato la sua casa, col lancio di petardi, tegole e bottiglie, per non dire degli insulti.
Gabriella è la giovane mamma di un bambino piccolo. Nel quartiere è ormai conosciuta per le sua battaglia contro gli autonomi che hanno occupato le villette Aler di piazza Ferravilla, facendone la sede di un centro sociale, considerato molto (radical) chic e nondimeno abusivo (come un'altra ventina a Milano). Da un mese a questa parte è conosciuta un po' in tutta Milano per l'Ambrogino d'oro che le è stato conferito dal Comune. La benemerenza le è stata assegnata su proposta dell'ex vicesindaco, Riccardo De Corato, che ha visto in lei un simbolo della legalità, a maggior ragione dopo che - (anche) grazie alla sua battaglia in difesa dei residenti e contro i prepotenti dei centri sociali - le palazzine Aler sono state sgomberate, a fine agosto.
Ma il ritorno alla legalità non dev'essere stato molto apprezzato dagli abusivi. E la Baio li ha riconosciuti in chi ha attaccato la sua casa. Non ha dubbi, non fosse altro che per le accuse che si è sentita rivolgere - è stata «rimproverata» anche per aver cancellato alcuni graffiti. L'incubo è iniziato verso le 22 e 30, con un petardo lanciato contro la sua finestra e andato a segno: esploso, anche se solo parzialmente, cosa che avrebbe anche potuto rappresentare un pericolo nel momento in cui lo ha raccolto con l'intenzione di mostrarlo alle forze dell'ordine. «Ero arrabbiatissima, sconvolta, impaurita - dice lei - e ho chiamato due volte i Carabinieri che mi hanno consigliato di stare chiusa in casa». «Non sono intervenuti con un mezzo» dice. È comprensibile, vista la nottata particolare. Ma alle 3 di notte il tiro al bersaglio è ricominciato, contro un'altra finestra che dà su un giardino confinante con lo spazio precedentemente occupato. Tre colpi forti. Poi alle 5 altri colpi con oggetti pesanti: «Tegole e poi qualcosa di contundente con cui hanno spaccato le doghe della persiana» racconta. E cocci. Viene ribaltato un bidone. Lei, all'alba, si decide a chiedere aiuto allo stesso De Corato, che ha conosciuto nel giorno della cerimonia del Comune. «Un vile attacco - commenta De Corato - per tutta la notte, i Lambretta hanno sparato petardi e bombe carta contro l'abitazione della donna costringendola a una notte di paura. Gli agenti della Questura sono intervenuti, anche su mia segnalazione, riscontrando la pericolosità della situazione e rinvenendo un petardo non ancora esploso. Questo è il messaggio dei centri sociali e in particolare del Lambretta rivolto alla città di Milano, alle istituzioni, a chi ha avuto il coraggio di denunciare le loro angherie». «Questo clima di intimidazione, favorito dall'atteggiamento comprensivo di Pisapia nei confronti dei teppisti dei centri sociali - dice Fabrizio De Pasquale, consigliere comunale di Forza Italia - deve essere combattuto con più attenzione dalle forze dell'ordine. Chi denuncia, come ha fatto coraggiosamente la Baio, non può subire ritorsioni». «Mi aspetto che si indaghi su chi occupava e sugli ambienti limitrofi - dice il consigliere di zona 3 Gianluca Boari (Ncd) - e mi aspetto un atto di condanna del Consiglio di zona e del Comune».
«Sono costernata - ha commentato ieri Gabriella Baio, preannunciando una imminente denuncia
formale dell'accaduto - perché mi trovo ancora a combattere contro questi figli di papà viziati che non hanno di meglio da fare che importunare chi nel quartiere vuole solo vivere nella serenità e nel rispetto delle regole».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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