Assolombarda avverte: "Emergenza economica contenere l'allarmismo"

Il presidente Carlo Bonomi: "Fermare la Lombardia significa frenare un quinto del Pil italiano"

Assolombarda avverte: "Emergenza economica contenere l'allarmismo"

C'è un allarme per il contagio del coronavirus e ce n'è un altro, che ora dopo ora, spaventa allo stesso modo. Il timore è che la Lombardia e Milano si fermino e con loro rischi di fermarsi un Paese intero: «Siamo in emergenza economica ha dichiarato Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda . L'impatto del Coronavirus sull'economia globale lo sconteremo duramente. Fermare la Lombardia, che era già in forte rallentamento, significa frenare oltre un quinto del PIL italiano e dare un duro colpo a tutta la filiera dell'industria, che rischia di impiegare mesi a recuperare lo svantaggio economico con il resto del mondo».

Sono i numeri a dare la misura di ciò che potrebbe succedere con una frenata della locomotiva lombarda: «In questa regione lavorano un quarto degli addetti del manifatturiero italiano, da cui deriva oltre il 27% dell'export nazionale- continua Bonomi- Bisogna contenere i toni di allarmismo: siamo al paradosso di dover garantire ai partner commerciali l'assoluta idoneità e sicurezza dei prodotti delle nostre imprese. Occorrono immediati interventi normativi che introducano misure di sostegno alle imprese sia di natura finanziaria, sia di sostegno al lavoro e sia di politica estera. Non sono sufficienti le poche misure adottate e ipotizzate finora. Oltre al danno economico va considerato il danno reputazionale, che avrà un impatto significativo sulla nostra economia nel medio e lungo periodo. Prepariamoci a lavorare duramente per recuperare la nostra credibilità internazionale. Ogni giorno che rimaniamo fermi diamo un colpo al cuore dell'economia italiana, cioè al nostro futuro».

Un allarme condiviso che parte da Assolombarda ma che «contagia» lavoratori e sindacati: «Siamo molto preoccupati e i primi segnali sono allarmanti- spiega Andrea Donegà, segretario generale della Fim Lombardia, il sindacato dei metalmeccanici Cisl, che oggi ha pubblicato il suo 48° rapporto semestrale sulla crisi nel settore, relativo al secondo semestre 2019- Per fare un bilancio attendibile degli effetti sull'occupazione dell'industria manifatturiera lombarda però dobbiamo attendere almeno un paio di mesi». «Sicuramente la catena globale del valore, in cui le imprese italiane, e lombarde in particolare, sono ben inserite subirà dei contraccolpi pesanti - continua Donegà- La Germania è legata all'economia cinese che, essendo in rallentamento, determinerà una frenata anche del Pil tedesco e, quindi, di conseguenza le imprese italiane, che esportano a Berlino componentistica, semilavorati e macchine utensili, rischieranno un nuovo contraccolpo. Inoltre, il blocco della provincia di Hubei, hub della componentistica mondiale, sta frenando la catena globale delle forniture, lasciando le industrie mondiali al palo».

Ad oggi sono quasi seimila i lavoratori metalmeccanici lombardi coinvolti da fermi della

produzione e riduzione d'orario a causa del Coronavirus. La maggior parte, ovviamente, sono dipendenti di imprese della «zona rossa» ma sono fortemente interessante anche le aziende industriali di Bergamo, Milano e Cremona.

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